Se credevamo che il punto di non ritorno fosse l’idea della Triestina di Fantinel del 2010, di riempire cioè i vuoti degli spalti con delle sagome di cartone raffiguranti dei tifosi, dobbiamo rivedere le nostre convinzioni. Come spesso capita, toccato il fondo del barile, si arriva addirittura a raschiarlo.

In Corea del Sud, alle scrivanie della Hanwha Eagles, sodalizio di Daejeon che milita nella “Korea Professional Baseball”, la massima divisione locale di baseball, hanno fatto un ulteriore passo avanti.

Nella fattispecie, la società arancio-nera ha scelto di lanciare una nuova iniziativa a metà tra il marketing pubblicitario e il futurismo più alienante: in una tribuna del proprio “Daejeon Hanbat Baseball Stadium”, ha installato una fila di robot, i cosiddetti “fanbot”.

Attraverso questi “fanbot”, il tifoso invece di sostenere la squadra dagli spalti, può comodamente farlo da casa, nella degenerazione del “poltronismo”, usando il pc, il tablet o il cellulare per azionare il robot. Così a seguito di determinati accadimenti sul campo, i tifosi potranno dare sfogo alla loro gioia, rabbia, frustrazione, paura ed a qualsiasi sentimento provato in quel momento. Con il vantaggio per la società stessa di ridurre praticamente a zero gli effetti collaterali, i rischi di invasioni di campo o qualsiasi altra conflittualità tipica della psicologia di massa. Si può persino caricare una propria foto via internet e vedere il proprio volto sullo schermo posto all’altezza della testa del robot. Che emozione…

Per quanto non sia dato saperlo dalle poche informazioni in lingua inglese, è però facilmente immaginabile che il costo sopportato per implementare questa tecnologia debba, per forza di cose, avere un ritorno economico a sostenerlo. Quindi va da sé che azionare il robot ha un corrispettivo da pagare. Non si capisce se a pagarlo siano direttamente gli stessi tifosi o indirettamente lo facciano degli sponsor, ma tant’è. Il prezzo più alto, in tutto ciò, lo paga l’atmosfera moderna delle manifestazioni sportive, sempre più plastificata, sempre più finta e sempre più impalpabile.

Con uno sforzo di comprensione, si può arrivare persino a capire certe scelte commerciali estreme: potrebbe andare persino bene il passaggio da tifoso a cliente, ma da tifoso ad automa impersonale è veramente troppo.

Matteo Falcone.