“Gli ultimi anni di lotte e resistenza sono stati probabilmente la parte più romantica della storia del nostro club”.

Varna è la capitale costiera della Bulgaria. Si trova sulle rive del mar Nero ed è la terza città più grande del Paese dopo Sofia e Plovdiv. Ha circa 400mila abitanti. Da maggio a settembre è la destinazione di decine di migliaia di turisti bulgari e internazionali. Passeggiando per le vie cittadine ci si accorge che Varna possiede un proprio ritmo e una propria mentalità, che la distinguono dal resto del Paese. Non esiste un abitante di Varna che non ami la propria città. Calcisticamente il centro è diviso fra le due squadre che ne portano il nome: il Černo More e lo Spartak. Abbiamo fatto due chiacchiere proprio con i tifosi dello Spartak e con loro abbiamo cercato di capire meglio il sentimento che li anima e com’è messo il movimento ultras bulgaro in questo momento.

In Italia si conoscono soltanto le squadre bulgare più famose, che spesso sono quelle che partecipano alle coppe europee o che vincono i campionati. Aiutaci ad avvicinarci allo Spartak e la sua storia.

​Lo Spartak fu fondato da un gruppo di giovani bulgari il 28 agosto 1918 a Varna. I colori della squadra – bianco e azzurro – sono rimasti gli stessi da allora, così come il soprannome, “Falchi”, con cui vengono chiamati i nostri giocatori. Storicamente e statisticamente, lo Spartak Varna è nella top ten delle squadre bulgare, nonostante negli ultimi 11-12 anni abbia giocato più che altro nella terza, seconda e addirittura quarta divisione del calcio bulgaro. Personalmente divido gli anni d’oro del club in tre periodi.

Quali sono?

I primi trent’anni del secolo scorso, quando vincemmo quello che – al momento – è il nostro unico titolo, nel 1932, nonché due secondi posti nel 1931 e nel 1933. ​Il secondo periodo d’oro del club è stata la metà degli anni Ottanta, quando agli ottavi di finale della Coppa delle Coppe affrontammo il Manchester United, nel 1983. Siamo tuttora l’unica squadra bulgara ad avere giocato contro il Manchester. Nel 1984 abbiamo anche raggiunto il terzo posto in campionato. Quella è stata l’ultima volta in cui ci siamo classificati così bene. Il terzo periodo d’oro è stato alla fine degli anni Ottanta e durante i Novanta, quando abbiamo partecipato regolarmente alla Coppa Intertoto. Abbiamo giocato contro Goteborg, Halmstads, Rapid Bucarest, Monaco 1860, Lodz, Montpellier, Groningen e altre.

E poi che cosa è successo?

​Dal 2007/08 la squadra ha subito gradualmente un annientamento sistematico da parte della mafia di Varna: comunale, politica ed economica. La direzione del club è finita in mano a strutture criminali, che piano piano l’hanno schiacciata a livello finanziario, organizzativo e morale, confinandola nella semi-amatoriale Terza divisione nordorientale. Nel 2017 lo Spartak è stato ad un passo dall’essere cacciato dal proprio stadio. La dirigenza pensava di allontanare la squadra, svuotarlo piano piano e infine rubarlo, per poi farci costruire, tramite aziende private per scopi commerciali.

Come è stato possibile salvare la squadra in una situazione così complicata?

​È stato solamente grazie alla lotta instancabile e all’opposizione della parte attiva dei fan dello Spartak, uniti sotto il nome di Sindikat 12 (Sindacato 12), che siamo riusciti a difendere lo stadio e far sopravvivere la squadra nel periodo 2009-2018. Durante questi anni i tifosi hanno messo in atto decine di azioni organizzate contro la mafia comunale ed economica della città, che altrimenti avrebbe preso il controllo dello Spartak Varna.

Azioni, come ad esempio?

Dimostrazioni, disobbedienza civile, scontri fisici, arresti, sanzioni giudiziarie, incursioni e interruzioni delle competizioni calcistiche, boicottaggio e settori vuoti per quattro-cinque partite, manifestazioni in piazza, etc.. Perfino la creazione di un club nuovo di zecca nel 2010, messo in piedi dai fan dello Spartak, che è riuscito a partecipare al campionato di quarta divisione.

Le due squadre si sono affrontate?

Sì, e si è arrivati a qualcosa di mai visto in Bulgaria, la partita di campionato tra lo Spartak 1918 (di proprietà della mafia economica e comunale di Varna) e lo Spartak Varna (sostenuto unicamente dai fan del club). Questa seconda formazione è stato un progetto dei tifosi, ma, stavolta, con l’aiuto dei veterani del club che nel 2015 hanno fondato questa realtà, capace di competere per due stagioni nella quarta e nella terza divisione bulgare. Insomma, è stata una lotta continua, per quasi dieci anni, che ha portato a una certa risonanza nell’ambiente calcistico, fino ad arrivare ai media nazionali, al punto che il governo difficilmente avrebbe potuto continuare a chiudere gli occhi davanti ai furti e ai crimini compiuti contro il nostro club.

Quindi c’è stata una svolta?

​Così alla fine del 2017 il controllo della squadra è finalmente passato nelle mani dei tifosi, sostenuti anche da una parte dei veterani. Nel giro di qualche mese sono stati sanciti nuovi principi per la conduzione del club, che a mano a mano lo hanno stabilizzato a livello organizzativo e finanziario, fino al coinvolgimento di nuovi partner economici, che hanno garantito lo sviluppo della squadra. Durante l’estate 2020, dopo quasi un decennio di esilio, siamo riusciti a riappropriarci del nostro stadio, dove finalmente il club può giocare le proprie partite del campionato di terza divisione e, dal 2021, anche di quello professionale di seconda divisione. Da quel momento, nell’Assemblea generale proprietaria dello Spartak, la maggioranza è detenuta dai tifosi, così come nel Consiglio direttivo sono presenti tre nostri rappresentanti. Tutto ciò avviene per garantire la trasparenza e l’onestà nella direzione del nostro club. Questi ultimi anni sono stati  probabilmente la parte più romantica della storia del nostro club.

Parliamo della storia del tifo dello Spartak Varna.

Storicamente i primi tentativi di sostegno più attivo risalgono all’inizio degli anni Ottanta. Dopo il 1986 si può parlare già dell’inizio di un settore ultras vero e proprio sulle tribune del nostro stadio. Separati come gruppo e settore dai fan regolari, con cori e canti non-stop, striscioni sulle ringhiere e bandiere da sventolare, le prime sciarpe, i primi scontri con gli spettatori avversari, i primi arresti… Gradualmente il nostro settore si è sviluppato molto bene, e negli anni Novanta fino al 2008 si è collocato tranquillamente nella “top 8” simbolica degli ultras di Bulgaria. Dopo il 2009 il settore ha via via perso forza a causa dei tentativi di annientare il nostro club da parte della mafia politico-economica della città e della nostra lotta incessante. Anni in cui abbiamo boicottato le partite, disconosciuto la dirigenza del club, partecipato a decine di proteste e azioni in strada e allo stadio, e ci siamo scontrati con le autorità… In generale siamo stati costretti ad occuparci di tutt’altro che dell’organizzazione del sostegno dalle tribune (escludendo i due tentativi di formare una squadra fatta solo di tifosi). Abbiamo fatto tutto ciò affinché lo Spartak Varna rimanesse vivo e lo stadio non venisse distrutto. Tutto questo per quasi dieci anni. Ma è valsa la pena di subire tutte le privazioni, i tumulti, gli arresti, i problemi per raggiungere lo scopo! Il nostro club è vivo e dalla fine del 2017, passo dopo passo, ha iniziato a crescere e a raggiungere risultati e questo, parallelamente, ha portato allo sviluppo positivo del nostro movimento ultras.

Parliamo di tifo organizzato. Chi c’è oggi sugli spalti dello Spartak Varna?

Come ho citato sopra, l’organizzazione che al momento raccoglie i nostri fan e i gruppi ultras organizzati è il Sindikat 12, che è stata fondata nel 2011, nel tentativo di unire i semplici tifosi e gli ultras nella lotta per salvare la nostra squadra, le nostre tradizioni e la nostra storia. “S12” è ciò che si trova alla base, è la pianificazione e la messa in campo di tutte le nostre azioni nel periodo 2011-2021. In questi anni hanno fatto parte dell’organizzazione tutti i gruppi ultras attivi nei vari anni, e cioè: “Brigade Hools”, “Spartak Youth”, “Flower Hood”, “S.V.U.D.” e “Mladost Boys ’95”. Attualmente il gruppo forse più attivo delle tribune è la “Brigade Hools”. La fazione nasce nel 2008 da un gruppo di allora giovani ragazzi che si sono focalizzati sulle azioni “fuori dal campo”. Man mano, sono diventati un gruppo molto attivo nel settore, aiutando i più grandi ad organizzare e condurre tutte le iniziative nel periodo più difficile per il nostro club. Dopo il 2015 “BH’08” è diventato il gruppo principale del nostro settore. Sono attivi sia in quanto sostenitori della squadra che nella creazione di coreografie, nella crescita del movimento e anche nelle iniziative sociali.

Altri gruppi da nominare?

​Un altro gruppo che esiste tuttora, anche se non è più molto partecipe sono i “Mladost Boys ’95”. È il gruppo ultras più vecchio di Varna, creato nel 1995, ma già attivo all’inizio dei Novanta. Sono stati i fondatori della cultura ultras nello Spartak Varna e per lunghi anni sono stati il motore di praticamente tutto quello che succedeva nel nostro settore, insieme a un altro gruppo che ancora esiste, seppur non molto attivo attualmente – “S.V.U.D.”, nato nel 1997. Un ottimo gruppo, del tipo casual firm, creato nel 2004 è lo “Spartak Youth”. Si sono dati molto da fare sulle tribune e per strada, esistendo (come formazione) per un arco di 10-12 anni. Alcuni dei suoi membri si fanno ancora notare di tanto in tanto. Un altro gruppo grande e con potenziale è “Flower Hood”, fondato nel 2007 circa. In diversi periodi hanno dimostrato di avere buona iniziativa, contribuendo allo sviluppo del settore e alla partecipazione di strada. Nel 2020 hanno cessato la loro attività di gruppo, però si vedono ancora in curva. In generale il nostro movimento ultras è in costante evoluzione, abbiamo idee e voglia di aggiornarci. Nei prossimi due anni, speriamo di tornare nella “top 8” delle curve ultras della Bulgaria.

Quali sono le principali amicizie del settore dello Spartak?

Sorprendentemente o no, abbiamo una forte amicizia con la Gradinata Nord del Genoa. Il nostro primo contatto con loro risale al febbraio 2014, quando il nostro piccolo gruppo (del MV ’95) ha visitato Genova per il “Derby della Lanterna”, incontrando i rappresentanti di “Via Armenia 5r”. Molto velocemente, già nei mesi seguenti, questo contatto è diventato una sincera amicizia tra gli ultras dello Spartak Varna e del Genoa. E da allora abbiamo partecipato a diverse partite dei rossoblù, sia allo stadio Marassi che nelle trasferte, in gruppi di dimensioni variabili, in cui c’erano rappresentanti di tutte le fazioni del Sindikat 12. Un gruppo serio, rappresentanti della Gradinata Nord, è stato ospite ufficiale dei festeggiamenti per i 100 anni della nostra squadra. È interessante notare che la nostra amicizia non è solo con “Via Armenia 5r”, ma anche con molti membri del “Collettivo RossoBlu”, l’ex “Brigata Speloncia”; “Up the Scarfs”, “Old Block”, “Levante Rossoblu” e molti altri ragazzi e ragazze della Gradinata Nord.

Oltre all’amicizia con la curva del Genoa, avete rapporti con qualcuno in Bulgaria?

​Dall’estate 2018 abbiamo stretto una forte amicizia con i “Bultras” – la lega dei gruppi organizzati del Botev Plovdiv. Regolarmente rappresentanze delle due squadre si ospitano a vicenda a Plovdiv e Varna. Partecipiamo ai tour dei tifosi, andiamo ad alcune delle partite più emozionanti. È una vera e propria amicizia ultras che si sta sviluppando negli anni. Altri gruppi amici, con cui ci rispettiamo vicendevolmente da più di dieci anni sono i “GO Boys” del Lokomotiv Gorna Orjachovitsa e gli “Iron Brigades” del Lokomotiv Sofia.

E per quanto riguarda le principali rivalità?

Ovviamente il nostro nemico più grande sono i sostenitori dell’altra squadra della nostra città – il Černo More. Dalla fine degli anni Ottanta fino ai giorni nostri l’odio tra i due settori è rimasto abbastanza forte, tanto da sfociare spesso in scontri fisici di massa e disordini sulle tribune e nelle strade di Varna. Il derby tra le due squadre è sempre stato il terzo per intensità, carica ed emozione in Bulgaria. Sia allo stadio che in giro per la città. È un grande peccato che le due squadre non si affrontino da più di dieci anni, speriamo accada presto! Un altro acerrimo nemico è il Neftochimik Burgas: ad ogni partita ci sono quasi sempre scontri tra i due gruppi ultras. Un altro gruppo verso cui nutriamo un’inimicizia reciproca è la “Lauta army” del Lokomotiv Plovdiv.

​Tornando alla scena ultras bulgara, puoi aiutarci a delinearla meglio?

In generale in Bulgaria ci sono quattro spalti principali, che si posizionano davanti a tutti gli altri. Sono il CSKA Sofia con i gruppi “Offenders”, “Animals” e “Legion”; il Levski Sofia con “Sofia West” e “Ultras Levski”; il Botev Plovdiv con i “Bultras” e il Lokomotiv Plovdiv con la “Lauta Army”. Nei diversi anni la divisione delle forze tra questi gruppi è cambiata. Questi sono i gruppi più consistenti nel Paese, ma anche i settori più organizzati, che più di una volta hanno raggiunto alti livelli europei. Tra loro ci sono i due derby più emozionanti: CSKA-Levski e Botev-Lokomotiv.

E dopo di loro?

Dopo la “top 4” al momento ci sono settori più o meno equivalenti come quello del Beroe, del Minjor Pernik, dell’Etar, il nostro e quello del Černo More, quelli del Lokomotiv e dello Slavia Sofia e quelli del Lokomotiv Gorna Orjachovitsa e del Botev Vratsa. Tra le squadre restanti della Prima, Seconda e Terza divisione è difficile parlare di settori e mentalità ultras, il che non significa che non ci sia alcun movimento interessante, ma sono più che altro un’eccezione, non una regola. Secondo me, lo stile di supporto negli stadi bulgari è un misto tra i vecchi settori ultras italiani, sommati al tipico fanatismo e alla follia balcanici.

Intervista raccolta da Gianni Galleri.