Che la formula della Coppa Italia non funzioni ormai se n’è accorto pure un cieco. Di volta in volta c’è chi prova a riformulare regole e sorteggi per accrescere l’attenzione verso questo torneo, ma immancabilmente le belle (ma sincere?) aspettative vengono irrimediabilmente disattese. Ormai la Coppa Italia è un torneo che ha un livello d’attenzione sempre crescente dai quarti di finale in poi, ma del resto è quasi scontato visto che gli squadroni di serie A entrano in ballo negli ultimi turni, a differenza delle altre squadre che devono forzatamente fare tutta la corsa per cercare di arrivare il più lontano possibile.
Ovviamente certe sfide non interessano minimamente agli spettatori, tifosi o ultras che siano; del resto, partite con poco significato disputate in giorni lavorativi (ho capito che non lavora più nessuno, ma c’è una minoranza che resiste…) ad orari assurdi hanno come conseguenza quella di giocare in stadi deserti. Molto meglio, a mio parere, sorteggiare gli accoppiamenti includendo fin dai primi turni anche le big del campionato, che con l’attuale regolamento hanno la possibilità di dedicarsi con più veemenza alla competizioni europeee. Ma anche su questo punto, visti i recenti risultati in campo europeo, meglio soprassedere; ormai sembra di sentire discorsi che andavano bene negli anni ’90, quando il calcio europeo era ai piede del Made in Italy e quando si potevano schierare come battaglione d’assalto le famose sette sorelle. Ricordi ingialliti dal tempo e attualità che ci pone di fronte alla reale situazione del nostro calcio, dove in Europa si conta poco o niente. L’Europa League, tanto snobbata in passato, oggi deve divenire un obiettivo sul quale lavorare per fare in modo di non scavarsi la fossa con le proprie mani, riducendo ulteriormente il lotto delle squadre italiane partecipanti alle coppe europee.
Quindi poco interesse per la Coppa Italia, ma ad Empoli sembra di andare controcorrente e, malgrado il sensibile e visibile calo di spettatori rispetto ad un incontro di campionato, si notano comunque presenze sufficienti anche perché, bene ricordarlo, si gioca in un giorno lavorativo ad un orario impossibile (le 18). Buona presenza genoana con gran parte degli ultras che entrano nel settore con qualche minuto di ritardo, quasi in concomitanza con Desperados e company che si compattano proprio in concomitanza del fischio d’inizio del direttore di gara.
Primi minuti che si giocano nel silenzio assoluto. Poi a scaldare l’ambiente ci pensa la Maratona Inferiore che parte con un incitamento non incessante ma comunque abbastanza continuo: i cori sono dettati dalla parte bassa dei Desperados, che hanno a loro disposizione un buon numero di persone. Non c’è il rischio di disperdere il materiale umano, in quanto gli ultras riescono a raggrupparsi parecchio bene. Non mancano neppure bandiere e bandieroni. La Maratona fa il proprio dovere, anche se pure in questo pomeriggio viene rimarcata la distanza che c’è tra gli ultras ed i cosiddetti tifosi “normali” che raramente si fanno coinvolgere nel tifo.
I grifoni si presentano ad Empoli con numeri discreti, impiegano qualche minuto ad appendere pezze e striscioni nel settore, poi si compattano bene al centro e riescono a produrre un buon tifo, fatto di cori e battimani a seguire. Ottimo il loro apporto a livello di colore. I genoani sventolano ininterrottamente tante bandiere ed alcuni bandieroni. La pioggia che cade in alcuni frangenti della partita appesantisce la stoffa, ma alcuni irriducibili si prendono l’onere di continuare a far sventolare i propri vessilli.
Sia l’una che l’altra tifoseria si dedicano principalmente all’incitamento della squadra; poi, entrambe, in fasi diverse della partita, non mancano di ricordare i propri diffidati come non mancano di dire la loro, in rapida successione, contro repressione e calcio moderno. Bello il coro che i genoani dedicano ad Emiliano, tifoso empolese deceduto ormai da qualche anno: i Desperados probabilmente non lo sentono neanche, ma gli ex Rangers e qualche altro ultras azzurro che bazzica la zona non mancano di applaudire la controparte, aggiungendo un coro che ricorda Vincenzo Spagnolo. La solidarietà non ha colori.
La partita termina con l’Empoli vittorioso. La squadra azzurra si porta sotto i propri tifosi per i saluti di rito, ma anche i genoani applaudono la squadra che ringrazia. Qualche giocatore si porta fin sotto il settore per il lancio di magliette e pantaloncini, il giusto premio per chi segue la squadra in partite non proprio di cartello.
Valerio Poli