Riceviamo e pubblichiamo, per diritto di replica, questo comunicato ebolitano in merito agli ultimi episodi che li hanno visti entrambi coinvolti. La foto a corredo è ovviamente di repertorio.

 

Purtroppo in questo mondo di oggi la definizione “Ultras” sta diventando sempre più paragonabile alla vita monotona e virtuale che viviamo negli ultimi anni; viene associata con troppa facilità anche a chi di ultras non sa niente, dove ormai le mani contano di più per usufruire della maledetta tastiera!

Dopo la nostra ultima partita casalinga contro la Vibonese siamo rimasti completamente indifferenti alle interviste e a tutte le accuse viste sui social nei nostri confronti, ma notare un comunicato firmato “Curva Est Vibo Valentia”, ci porta doverosamente a difendere la nostra reputazione da questi quattro conigli e sbirri vibonesi!

Accuse infamanti nei confronti di chi, ancora oggi, osa e lotta per i propri ideali.

Alla base di questo la la prima regola è il rispetto!

Siamo qui a chiarire determinati punti sul comunicato esposto dalla “Curva Est Vibo Valentia”:

  1. La trasferta era vietata ai residenti calabresi, ma ad Eboli, nella nostra tribuna, c’erano circa 30 vibonesi di cui diversi ultras “accreditati” con tanto di magliette dei gruppi organizzati e per il resto famiglie.
  2. Iniziata la gara, vediamo un loro gruppetto che inizia ad incitare la squadra, un gruppetto dove si notava chiaramente che non erano tutti ultras.
  3. Nell’intervallo, uno dei nostri gli va a riferire con educazione e la massima tranquillità che potevano assistere alla partita tranquillamente, ma di non fare nessun incitamento alla squadra perché si trovavano nel NOSTRO SETTORE ed essendo sospeso anche il tifo organizzato, non trovavamo opportuno il loro sostegno. Precisiamo che questa comunicazione non è stata rivolta alle famiglie ma bensì a chi indossava le magliette “Supporter”. Inoltre gli è stato riferito che se non erano d’accordo potevamo confrontarci all’esterno dello stadio a pari numero e soprattutto senza coinvolgere altre persone che non appartengono al nostro contesto.
  4. Inizia il secondo tempo e il solito gruppetto assume un atteggiamento contrario a quello stabilito. Stimolati anche dal risultato in campo continuano con cori e trenini… tutto questo nel NOSTRO SETTORE.
  5. A fine partita la “Multipla” a noleggio non si è fermata ad alcun semaforo (poiché nei dintorni dello stadio sono inesistenti) ma è stata fermata e accerchiata volutamente da noi. Ci rendiamo subito conto che in macchina non c’erano ultras, a parte un “coniglio” nascosto  dietro con la maglietta “Supporter” e infatti uno dei nostri ha subito urlato: “È una famiglia”; la cinghiata scagliata al vetro è stata un gesto istintivo nel momento in cui il conducente ha accelerato e stava per investire uno dei nostri.

QUESTA È LA REALTÀ DEI FATTI.
Sassaiole dal cavalcavia, pseudo ultras in cerca di donne, bambini e padri di famiglia, tutto questo corrisponde al falso! È risaputo per chi mastica spalti e gradinate che la sospensione del tifo è una vera e propria sofferenza, ma sospendere non significa abbandonare e nonostante per noi quest’anno sia stato straziante, la nostra presenza fuori dallo stadio è stata costante e quando viene messa alla prova sappiamo bene rispondere agli stimoli.

RITORNEREMO!!!

Quelli di sempre.