Faccio una premessa e chiedo scusa per la qualità delle poche immagini di questa partita, ma arrivato allo stadio “Dirceu” di Eboli, la scheda di memoria ha deciso di smettere di funzionare. Non potendo quindi usare la reflex, ho cercato di rimediare con qualche scatto con il cellulare, ma ovviamente la qualità non rende giustizia a quanto fatto vedere dalle due tifoserie. Avevo già visto gli ebolitani diverse volte, ma è la mia prima volta a Eboli. Anche gli ospiti non sono nuovi nel mio bagaglio di conoscenze, essendo una realtà ormai consolidata nel panorama ultras locale, anche se purtroppo, qualche settimana prima della partita, le innumerevoli diffide hanno costretto allo scioglimento la Brigata Abatese.

La partita odierna l’avevo inserita fra quelle di mio maggior interesse già dall’inizio stagione: per quanto si tratti di un confronto ben lontano dalla ribalta delle grandi rivalità, i veri malati di tifo ricorderanno che fra Eboli e Sant’Antonio Abate non corre buon sangue già dalla metà degli anni ’80, quando nel mitico “Massajoli” davano vita a sfide sempre molto accese. Forse anche questo pregresso lontano nel tempo e non conosciutissimo ai più, ha fatto sì che la partita fosse aperta anche agli ospiti, seppur in settimana girassero voci contrastanti sull’apertura della trasferta, che poi ha avuto il via libera solo un paio di giorni prima del calcio d’inizio.

All’uscita dell’autostrada, al casello di Eboli, incrocio il bus degli abatesi: vorrei seguirli per vedere cosa succede, ma a un certo punto cambiano strada per raggiungere il varco del settore ospiti. Io invece entro in campo dal lato della tribuna dei locali, unico settore aperto. Guadagnato l’ingresso faccio un giro perlustrativo di tutto lo stadio sfruttando la pista d’atletica. L’impianto ha un suo innegabile fascino, nonostante sia rozzo e trasandato, perché trasuda storia. Sia chiaro, il “rozzo e trasandato”, per me, è un complimento, perché in questo calcio, tutto ciò che è nuovo negli stadi perde fascino, perde carattere. Quelli che per l’opinione comune sono stati all’avanguardia, sono spesso dei grandi blocchi grigi di cemento e acciaio, tutti uguali fra di loro. Io sono per la storia e per gli stadi vecchio stampo, e sicuramente il “Dirceu” emana ancora tutta l’aura, le vibrazioni, il suo contenuto di passione e tradizione che i vecchi e pur malandati stadi nostrani recano con sé.

Dopo aver familiarizzato con tutto il perimetro, mi posiziono sotto il settore ospiti. Qualche minuto dopo entra un gruppo di abatesi e, dalla loro concitazione, capisco che deve essere successo qualcosa fuori. Qualche minuto dopo entrano anche gli ebolitani, diretti di corsa verso il cancello divisorio del settore, facendo cori contro gli ospiti e provocandoli apertamente. È ancora più evidente che all’esterno ci sia stato già qualche contatto o tentativo di contatto. Nel frattempo, comunque, un’altra decina di ragazzi entra a rimpolpare le file degli abatesi.

Le dinamiche precise, come è giusto che sia, le conoscono i protagonisti, per cui non posso aggiungere altro oltre a ciò che ho visto. La conseguente nota importante, invece, riguarda 4 Daspo che hanno raggiunto gli ultras ebolitani dopo questa gara. Non si hanno notizie di provvedimenti analoghi sull’altra sponda, ma non è per questo escluso che qualcosa sia ugualmente arrivato anche a loro.

Dopo qualche minuto i due gruppi si compattano e parte un gran bel tifo in entrambi i settori. Gli abatesi si fanno notare per la loro compattezza e per i bei cori a rispondere. Non manca materiale pirotecnico nel settore locale, con torce, bomboni e fumogeni. Se alla partita sugli spalti sembrava non mancare proprio nulla, ci pensa la Digos, verso la mezz’ora, a rendermi meno semplice il lavoro, invitandomi ad abbandonare il campo “per motivi di ordine pubblico”, ufficialmente. Non mi resta che accomodarmi in tribuna da dove noto ancora movimento in zona ospiti: dall’esterno piovono oggetti e materiale pirotecnico, cosa che ovviamente alimenta la tensione e causa l’intervento della Celere che, quando mancano ancora una decina di minuti al fischio finale, decide di far uscire prima gli abatesi.

Per la cronaca, la partita termina 1 a 1, risultato che permette all’Ebolitana di festeggiare la salvezza, mentre condanna il Sant’Antonio Abate a disputare i play-out che, purtroppo per loro, vedranno poi i giallorossi retrocedere in Promozione.