Quando la carestia di successi non miete vittime sulle gradinate, specialmente in questi anni difficili per il tifo, c’è solo da applaudire; figurarsi se questa penuria, preludio ad una radiazione con ripartenza dall’Eccellenza, grazie all’acquisto di un titolo sportivo, darebbe il via al rinfocolare di una passione mai spenta.
Difficile? Sì, forse, ma non a Nardò. Nel secondo centro per numero di abitanti della provincia di Lecce, la parabola calcistica è di quelle da raccontare per attaccamento ai propri colori indipendentemente da tutto. Alla radiazione dello scorso anno in Serie D è seguita la rinascita, sotto il nome di ACD Nardò, dall’Eccellenza, grazie all’ambizioso progetto della società del neopresidente Fanuli. Il ritorno della palla che rotola nel centro neretino è stato accolto con passione dal popolo granata, ritornato ad occupare in massa la tribuna dello Stadio “Giovanni Paolo II”.
La quinta giornata del campionato di Eccellenza Pugliese mette di fronte Nardò e SudEst Locorotondo, compagine attrezzata per la salvezza scesa nel Salento con l’intenzione, poi realizzata, di strappare il punticino. Ospiti assenti, nella tribuna opposta al settore neretino solo una decina di persone intuibilmente riconducibili alla squadra sud-barese.
Il popolo granata è presente nei dintorni dello stadio già a 45 minuti dal fischio d’inizio e il tifo organizzato, assiepatosi sulla parte sinistra della tribuna coperta, è coordinato dai “South Boys” che però per oggi espongono il loro celebre striscione nella parte inferiore della tribuna, lasciando la balaustra ad un enorme stendardo con scritto “AVANTI TORO”.
I neretini, da sempre vicini alle sorti della loro squadra e della loro città a prescindere dalla serie, si compattano subito e, ben colorati da una serie di stendardi con l’effigie del Toro, ritmano i propri cori con i tamburi che creano un effetto assordante sotto la tettoia della tribuna del “Giovanni Paolo II”.
I risultati tardano ad arrivare, il Nardò, squadra tra le candidate per la promozione, è al quarto posto, ma l’entusiasmo è comunque evidente: c’è voglia di calcio e fame di successo. All’ingresso delle squadre il tifo accoglie le compagini con il sonoro coro “Totalmente dipendente, non so stare senza te, tu mi scorri nelle vene, amo granata alè…”, seguito da un battimani ben coordinato che di certo non è degno del campionato di Eccellenza. Il coro, ripetuto per numerose volte con la stessa intensità, trascina i presenti allo stadio e il vantaggio del Toro, arrivato dopo soli 3 minuti, sembra il preludio ad un trionfo anche sul terreno di gioco.
Sul campo il Nardò sembra avere il controllo del match e la tifoseria, entusiasta, prova e riesce a trascinare i presenti con cori contro gli acerrimi rivali del Taranto, intervallati a qualche bel battimani.
Alla mezz’ora la tifoseria granata ricorda i propri diffidati, sintomo di una passione sempre presente che va di pari passo con la lotta al calcio moderno. Ad inizio ripresa arriva, inaspettatamente, il pari del SudEst Locorotondo e il massiccio sostegno dei neretini passa a cori più secchi e roboanti.
A metà ripresa l’assalto a testa bassa dei padroni di casa verso la porta avversaria è accompagnato dal “E forza Toro facci un gol…” che, nei picchi più alti, viene cantato a squarciagola anche dalla parte opposta della tribuna, dove normalmente si segue la partita con più calma. Tanta roba lo stadio che si unisce all’unisono sui cori della curva, una sorpresa per chi, come me, è abituato alla borghesia di nostalgici anni che non ci sono più. Nardò insegna anche questo ma, verso la fine del match, il massiccio sostegno è squarciato dai “Fuori i coglioni” e dai “Vogliamo gente che lotta”, sintomo di una piazza che vuole abbandonare al più presto la massima categoria regionale per ritornare a viaggiare, per quanto possibile di questi tempi, in giro per lo Stivale.
Il pari non arriva, nella tribuna si sollevano i primi mugugni, ma al ritorno negli spogliatoi sono più gli applausi delle contestazioni. Un tifo sontuoso, colorato e prolungato non è stato accompagnato dalla prestazione in campo, forse degna della categoria, al contrario della prestazione sugli spalti. C’è tempo, siamo solo a ottobre e Nardò può vincere anche sul campo un campionato dove sugli spalti ha davvero pochissimi avversari.
Testo di Gabriele De Pandis.
Foto di Michel Caputo.
- Nardò-Locorotondo, Eccellenza 2014/15
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