Da cosa si riconoscono i segni di un anno particolare? Dalla vittoria ad Empoli ad esempio. Il Bologna mai aveva vinto al Castellani (ora anche Computer Gross per ragioni di sponsor), e lo fa all’ultimo, sotto la pioggia, dopo una partita che sembrava stregata. Con cinquemila tifosi al seguito, che hanno trasformato lo stadio toscano in una succursale del Dall’Ara.
Partiamo dall’inizio però: è metà marzo, ma il clima sa ancora d’inverno. Piove, e in maniera fastidiosa: è una pioggia fine, ma che durerà dall’inizio alla fine. Dalle Due Torri come detto arriva una marea di gente: per forza, venticinque anni dopo i tifosi rossoblù sognano l’Europa, quella nobile. È un’annata storica, e ormai i ragazzi di Thiago Motta non sono più una sorpresa per nessuno.
Dall’altra parte però c’è un Empoli storicamente bestia nera, specie al Castellani: e con una voglia matta di afferrare la salvezza. L’arrivo di Davide Nicola ha invertito parzialmente la rotta, anche se i problemi permangono. Il clima e la classifica non favoriscono un afflusso da grandi eventi, ma la presenza della curva casalinga (posizionata nei distinti) è comunque discreta: dietro allo striscione Desperados, e alla pezza di Ultras Empoli, si posiziona il tifo più caldo. Presenti anche i gemellati di Montevarchi.
I bolognesi occupano tutto il settore ospiti, ed anche parte della tribuna: l’esodo è d’altri tempi, ma il tifo non sempre è costante. Di certo non aiuta la frammentazione del settore, ed uno stadio che andrebbe rivisto nella sua struttura architettonica. Specie per quanto riguarda le due curve. Insomma, bello lo sfondo di provincia, anche e soprattutto a livello “romantico” (incredibile che a pochi chilometri da Firenze ci sia una realtà così orgogliosa delle proprie radici), ma qualche ritocco ci vorrebbe.
Prima della partita, Lorenzo De Silvestri porta un mazzo di rose sotto la curva dei suoi tifosi, in memoria della tragedia che ha colpito la città in nottata (una mamma e i suoi tre figli morti dopo l’incendio in un appartamento, lutto espresso anche da uno striscione); dall’altra parte invece si ricorda con bandiere e striscioni Carlo Castellani, mito del club che morì per la sua fede antifascista in un campo di concentramento. Tra i supporter di casa, spunta anche una bandiera della Palestina.
Tra le due tifoserie c’è per lo più indifferenza: i due settori si limitano a fare il tifo per le proprie squadre, solo a un certo punto gli empolesi accennano ad un “chi non salta è bolognese”, ma dall’altra parte non c’è alcuna reazione. La pioggia e il clima come detto non favoriscono il tifo, e nemmeno il gioco: 0-0 fino al novantesimo, poi parte l’assedio del Bologna. Caprile le para tutte, Orsolini sbaglia un gol già fatto. Sembra finita, ma proprio all’ultimo Fabbian fa esplodere metà stadio. I rossoblù vincono ancora, all’esterno dello stadio continua la festa. Il sogno Champions diventa sempre più concreto. Sotto le Due Torri, nessuno vuole essere svegliato.
Testo e foto di Stefano Brunetti