Derby toscano di serie B, si gioca di domenica sera, quando ancora la temperatura è mite ed è possibile godersi serenamente una partita dal vivo. Siamo ancora lontani da quelle temperature che vanno sottozero, magari con l’aggiunta di quella fastidiosa nebbiolina che più che farti vedere le azioni di gioco, te le fa a malapena intuire. Inutile piangersi addosso e ricordare quando le partite si giocavano in contemporanea alle quindici: quando vendi anima e corpo alle televisioni, l’unico risultato possibile è questo, un calcio spezzatino dove il cliente, il tifoso, lo spettatore pagante contano sempre meno in favore di un abbonamento alla piattaforma di turno.

In barba ai tanti bei pensieri, ai quarti di nobiltà, alle frasi fatte, in barba alla nazionale di calcio, al calcio per il popolo, alla funzione aggregativa dello sport, il calcio è un’industria e deve sfornare utili, business e interessi sono capisaldi di un movimento che di popolare ha davvero poco. Ed è anche inutile rimembrare i tempi andati, il concetto è sempre stato quello, gli scandali e il marcio ci sono stati anche nei favolosi anni ’80. Magari non in questo modo esasperato o sovraesposto: le pay-tv erano lontane anni luce ma certe vicende poi venute ugualmente a galla hanno solo scoperchiato il vaso di Pandora e fatto emergere un sistema che definire malato è limitativo ma che di fatto era pure ben radicato.

Arrivo a Empoli di buon’ora, con un certo anticipo rispetto al via delle ostilità. In zona stadio l’atmosfera è tranquilla, il solito via vai di persone, il traffico leggermente congestionato ma nulla di più. I soliti capannelli di persone intente a discutere di calcio giocato, tattiche e obiettivi della stagione attuale, del resto in Italia, chi più chi meno, siamo tutti allenatori. Le sirene delle forze dell’ordine sconvolgono la relativa tranquillità, qualche volante procede a velocità sostenuta, il torpedone degli ospiti evidentemente ha qualche intoppo. La stampa mainstream racconterà poi di scontri tra opposte tifoserie ma la notizia va presa quanto meno con le molle. O considerata come nulla più che una velina della questura, visto che la tifoseria organizzata azzurra staziona come di consueto nei dintorni della Maratona. Quel che trapela è un rapido scambio di offese tra i carrarini e un gruppetto di tifosi empolesi fuori da un locale pubblico, sinceramente un po’ troppo poco per generare cotanto sensazionalistmo il cui unico e sottile intento è quello di istigar diffide. Feriti zero e quando gli ultras carrarini entrano nel settore, con una decina di minuti di ritardo, i primi cori che vengono intonati sono quelli contro le forze dell’ordine, segno che qualcosa non è propriamente andato liscio ma gli attori principali sono stati evidentemente altri…

Ospiti che si presentano ad Empoli in oltre mille unità, ottimo numero per una tifoseria che in questa stagione sta volutamente disertando le partite casalinghe. Nemmeno l’ombra di possibili malumori tra chi vuole protestare per i ritardi della ristrutturazione della Curva Nord e chi invece vuole sostenere la squadra a prescindere. Evidentemente la tifoseria è unita, i numeri di questa serata dimostrano che gli ultras stanno lavorando bene e lo si evince anche quando fanno il loro ingresso nel settore occupandone uno dei due spicchi, con tanta gente che migra dalla loro parte per poter sostenere al meglio la squadra.

Neanche il tempo di mettere piede sui gradoni che partono i cori offensivi tra le due tifoserie, la stima reciproca è piuttosto bassa e i rapporti vengono subito messi in chiaro. Gli empolesi possono contare sul solito zoccolo duro, la Maratona anche in questa serata mostra numeri interessanti e il tifo poggia su solide basi. C’è una buona partecipazione ed evidentemente il derby stimola la presenza. Colore tutto sulle spalle dei bandieroni che non smettono un attimo di sventolare, il colpo d’occhio non è affatto malvagio e soprattutto viene mantenuto per tutta la durata della gara.

Carrarini che una volta accomodatisi danno vita a una prestazione positiva, gli ultras si sistemano nella parte basa del settore e coinvolgono senza troppi problemi il restante pubblico. Il tifo è tutto rivolto alla squadra e anche in questo caso la carretta viene tirata avanti fino al fatidico triplice fischio del direttore di gara. Da menzionare i due striscioni esposti che si prendono gli applausi anche degli avversari odierni, uno ricorda la vicenda Aldrovandi a venti anni dai fatti, l’altro prende posizione sulla situazione drammatica del conflitto israelo-palestinese.

L’alternanza del risultato sul terreno di gioco non incide troppo sul tifo espresso dalle due tifoserie, anche se il gol segnato sul filo di lana dagli ospiti fa esplodere un settore che stava masticando amaro. Salomonico pareggio e incontro che termina nell’identico modo nel quale era iniziato, con le due tifoserie che si scambiano i classici cori di scherno. Derby toscano che ha un suo perché, gli intrecci di amicizie e rivalità, i precedenti neanche troppo attuali aggiungono interesse ulteriore a una sfida che verrà riproposta nel girone di ritorno. Se non proprio da matita rossa, sarà un’altra partita da gustarsi sperando che le ganasce dell’Osservatorio non mettano freni a un confronto più che mai interessante.

Valerio Poli