Due tifoserie insoddisfatte dei risultati delle proprie squadre, l’Empoli sulla carta doveva essere tra le protagoniste del campionato ed invece si ritrova nella parte medio – bassa della classifica, il Livorno è invece adagiato sul fondo della stessa con seri rischi di vedere anzitempo lo spettro della serie C. Il campionato è ancora lungo, soprattutto da quello della serie cadetta bisogna attendersi novità continue in positivo e negativo, resta il fatto che le due squadre toscane sono ampiamente al di sotto delle aspettative.

Le due tifoserie reagiscono comunque in maniera diversa, da un lato gli ultras azzurri si stringono attorno alla squadra e dopo un paio di cori dove chiedono impegno e sacrificio, partono con un incitamento continuo ed a tratti pure incisivo. Mi sarei aspettato pure meno pubblico, un po’ per gli scarsi risultati della squadra, un po’ perché la partita si gioca alle ore 21:00 di una fredda serata ed in questi casi il caldo della propria casa ed il divano in tinta, possono far cambiare idea a più di uno sportivo. Ed invece la Maratona si presenta bella piena, al centro i Desperados con ai lati alcune realtà che sembrano ingrossare le proprie fila, sicuramente un aspetto positivo in una piazza che ha un bacino d’utenza non certo esteso.

Ospiti che giungono al Carlo Castellani in circa duecento unità, numero non proprio da capogiro considerando la distanza tra i due centri, ma il tifo di marca labronica da qualche partita è sul piede di battaglia ed infatti i primi sporadici cori confermano questa tendenza: sul banco dei colpevoli salgono un po’ tutti, dal presidente Spinelli ormai contestato da anni, passando per i dirigenti accusati di una pessima campagna acquisti, fino ad arrivare ai giocatori il cui impegno è considerato scarso. Tra quest’ultimi la palma del più offeso è senza dubbio la punta Mazzeo, un po’ per le aspettative andate deluse, un po’ per qualche frase sui social network poco apprezzata dalla tifoseria.  

A prima vista nel settore ospite regna un po’ di disorganizzazione, i cori di protesta sono frequenti ma spesso sono iniziativa di singoli, mentre in qualche circostanza c’è la volontà di fare gruppo seppur i risultati siano insufficienti. Del resto, anche a livello estetico, manca una pezza od uno striscione che possa far riferimento alla curva: gli unici striscioni presenti sono quelli dei club mentre, a centro settore, viene attaccata una bandiera generica della città. Che il tifo di marca amaranto sia in evoluzione è ormai affare noto, speriamo a breve di avere una svolta positiva, considerando che l’unione tra squadra ed ambiente potrebbe dare quella spinta in più per il raggiungimento dell’obiettivo stagionale. A ben sentire dai cori invece la frattura è piuttosto ampia e poco rimarginabile, tanto che anche il pareggio ottenuto dalla squadra non fa felici i presenti.

In Maratona gli ultras azzurri fanno in pieno il proprio dovere, i soliti bandieroni vengono sventolati ad inizio partita e per gran parte della stessa, mentre il tifo è sempre propositivo ed accompagna la squadra per tutti i novanta minuti. Non mancano i mugugni, del resto il malcontento è palpabile, ma il sostegno non cessa e solamente a fine partita alla squadra vengono tributati sonori fischi: pareggiare in casa con l’ultima in classifica non fa sicuramente piacere.

Da menzionare uno striscione dei padroni di casa per Simon, un giovane ultras parmense prematuramente scomparso.

Valerio Poli