Ancora una volta l’Osservatorio si erge a paladino della giustizia vietando la trasferta ai tifosi blucerchiati residenti nella provincia di Genova, anche se in possesso della tessera di fidelizzazione Sampcard. Mi sembra di ricordare la favoletta urlata a più riprese dai soliti noti, quella in cui si invitavano tifosi e sportivi “buoni” a sottoscrivere la Tessera del Tifoso per avere la possibilità di viaggiare indisturbati, seguire la propria squadra del cuore senza incorrere nei vari divieti decisi per tifosi e sportivi “cattivi”, rei di non seguire un filone istituzionale che fin da principio sembrava essere tutt’altro che costruttivo o efficace.

Niente di nuovo sotto il sole verrebbe da dire, questo non è che l’ennesimo caso di come l’Osservatorio gestisca gli eventi sportivi nel territorio nazionale, vietando spesso senza una ragione o comunque senza dover dare una giustificazione. In questo preciso caso a pesare sul divieto hanno pesato gli episodi di Chiavari. Quanto poi siano stati ingigantiti dall’informazione non è dato sapere, ma questo pugno duro evidentemente vale solo per i tifosi, ai quali si porta sempre meno rispetto: ai laziali è stata vietata la trasferta a Pisa appena quarantotto ore prima della partita dopo che l’Osservatorio si era espresso in maniera favorevole, chi si fosse organizzato per prenotare o allestire un pullman viene solamente rimborsato del prezzo del biglietto, intanto, notizia di questi giorni, la Juve Stabia non gioca la partita casalinga contro il Bari in quanto la società è in amministrazione controllata a causa di infiltrazioni camorristiche, addirittura nel campionato primavera si parla di partite truccate con cinque persone agli arresti domiciliari. Chissà se – come capita ai tifosi – chi di dovere sarà ugualmente inflessibile se non addirittura ulteriormente afflittivo rispetto ai reati ancora in via di accertamento.

Ma continuando sull’onda lunga delle notizia e delle dichiarazioni fresche fresche, abbiamo un supereroe destinato a far sorgere uno squarcio di sole sul buio del calcio italiano, l’amministratore delegato di Lega Serie A Luigi De Siervo. Dopo la brillante e sicuramente onesta affermazione con cui diceva di non aver portato l’incontro di campionato Milan-Como in Australia per soldi, riesce a compiere un ulteriore salto di qualità in un’intervista dove dichiara che le curve sono ostaggio di gruppi criminali, collegando tale tesi con i fatti che hanno visto protagonisti i tifosi reatini e pistoiesi di basket e quel maledetto sasso che ha ucciso il secondo autista del bus.

Uno zuppone degno del peggiore chef, infine, per non farsi mancare nulla, evoca due personaggi mitologici come la Thatcher e la riforma Taylor, tutta roba che risale agli anni ’80, circa quarant’anni fa. Sulla tempistica ci sarebbe da disquisire, sull’utilità di certi provvedimenti ancora di più. Però il nostro De Siervo evidentemente pensa di fare un copia ed incolla di un modello vetusto ed esogeno per dare nuova linfa sperando che funzioni anche qua, ringiovanire e rinvigorire il calcio italiano, rimodellare il tifo made in Italy con quelle linee di comportamento che alla fine hanno solo delocalizzato gli episodi di violenza dalle end inglesi ai pub che si trovano nei dintorni degli stadi. Tutto questo al netto della differenza sostanziale che c’è tra l’hooligan e l’ultras. Soffia sul calcio italiano una ventata di novità insomma, e noi crediamo fermamente in questi progetti come crediamo al terrapiattismo e alla dieta della pizza.

Partita perciò zoppa sugli spalti, il settore ospite è popolato da qualche decina di tifosi che evidentemente arrivano da fuori Genova, tifosi che non si sognano minimamente di sostituirsi agli ultras: un paio di striscioni evidenziano le origini dei presenti che si limitano ad esultare al gol della squadra e a inveire a più riprese verso la terna arbitrale, rea di mettere i bastoni tra le ruote alla squadra. Inutile sottolineare come la presenza della Gradinata Sud avrebbe donato più colore, più passione, più trasporto a tutta la partita considerando i numeri della tifoseria e una certa predisposizione a mettersi al servizio della squadra, al netto dei risultati sul campo che ultimamente latitano.

Partita che sugli spalti vede protagonista una e una sola tifoseria, quella empolese: la Maratona inferiore si presenza più o meno con i soliti numeri, Desperados e Ultras Empoli sono i motori del tifo e svolgono in maniera più che egregia il proprio dovere, affiancando un sostegno continuo e partecipativo a un colpo d’occhio più che discreto. Uno striscione dei Desperados ricorda Andrea Vinti, lo Skrondo, ultras perugino scomparso nel 2008 in Brasile mentre ad inizio partita viene ricordato Silvano Bini, dirigente dell’Empoli che ha scritto pagine di storia del club deceduto nei giorni antecedenti l’incontro.

Per il resto, tifo di marca azzurra che si fa sentire e vedere, tanti cori proposti e una buona partecipazione del pubblico fanno sì che il sostegno arrivi fino al fatidico triplice fischio del direttore di gara. Un pareggio tra le due formazioni è il risultato che chiude la sfida, restano gli applausi della Maratona a una squadra che sotto di un uomo ha saputo passare in vantaggio per poi farsi riprendere un minuto dopo. Due squadre che devono necessariamente risalire in classifica, soprattutto la Sampdoria che non può fare un campionato ancorata alle ultime posizioni.

Valerio Poli