Ottava giornata del campionato di serie B, al Carlo Castellani Computer Gross Arena giunge il Venezia per un incontro che si prospetta interessante sia in campo che sugli spalti. Sul terreno verde l’Empoli deve necessariamente fare qualcosa in più rispetto a quanto prodotto fino ad oggi, il classico jolly del cambio del mister in panchina è stato giocato, rimane solo da verificare se la carta è stata quella giusta. Di contro il Venezia è in zona play off, la classifica a questo punto del campionato conta ancora poco ma cominciare il torneo col piede giusto è un ottimo presupposto per cercare di centrare gli obiettivi dichiarati a inizio stagione il prima possibile.

Finalmente si gioca di domenica. Anche l’orario, pur essendo insolito, non è così assurdo: le 17:15 permettono di organizzarsi al meglio e viste le stranezze proposte dal calendario, possiamo tranquillamente ammettere che questa volta le scelte sono più che indovinate. La risposta del pubblico infatti c’è ed è anche buona, la Maratona inferiore risponde presente e come al solito riesce a riempirsi proprio in prossimità del fischio d’inizio del direttore di gara.

L’ingresso nel settore ospite inizia al rallentatore, poche decine di minuti prima dell’inizio del match arriva il contingente ultras che attacca il lungo striscione in balaustra e comincia a fare gruppo dietro di esso. Striscione nuovo e nuovo corso, per storia e tradizione Venezia è stata sempre una piazza divorata dai dissidi interni, fin dalla nascita dell’Unione si sono sempre verificate disquisizioni tra le varie entità del tifo e anche in tempi recenti le diatribe in Curva Sud non sono mancate. Probabilmente visti questi continui problemi, Venezia ha reso sempre un tantino meno rispetto a quanto avrebbe potuto fare, in effetti il materiale umano non è mai stato male, i vari gruppi e le varie sigle che si sono succedute hanno lasciato una propria impronta ma a dispetto del nome, questa unione non è mai stata raggiunta.

Limite da non sottovalutare questo, del resto l’unione di intenti, la collaborazione tra i vari gruppi e il remare nella medesima direzione a discapito di qualche incomprensione, sono fattori che inevitabilmente favoriscono la crescita numerica dell’intera curva: dove le divisioni sono pesanti e continue risulta difficile creare aggregazione e armonia. Da sottolineare che in piazze medio-piccole l’esigenza di trovare un qualsiasi tipo di accordo risulta essere pressante, quasi doveroso, altrimenti il rischio è quello di portare in giro numeri insignificanti o comunque non all’altezza della fama. La Curva Sud spera tanto di aver messo alle spalle le problematiche interne e la creazione di uno striscione unico che rappresenta tutta la tifoseria, può essere il primo passo verso un percorso finalmente condiviso.

A ben vedere i numeri portati in Toscana non sono affatto male, non si può certamente parlare di invasione ma comunque la presenza è più che dignitosa. Se di unità e di unione bisogna parlare, la Curva Sud sembra partire col piede giusto. Il tifo è coordinato da un paio di lanciacori che si alternano alla guida e la risposta dei presenti è buona. La parte bassa reagisce positivamente alle direttive e non a caso il sostegno vocale conosce ben pochi momenti morti.

I veneti mettono le cose in chiaro fin dal prepartita, qualche coro offensivo viene indirizzato verso gli avversari odierni e anche durante l’incontro non mancano riferimenti espliciti a quanto poco feeling esista tra le due fazioni. Non è un botta e risposta così incisivo e continuo ma le due fazioni, anche al termine dell’incontro, si salutano certamente senza pacche sulle spalle bensì in maniera piuttosto colorita. Del resto la rivalità non è cosa recente e pur non essendo classificata come una delle più accese, resta sempre una di quelle definite storiche o comunque ormai acquisite.

La Maratona invece si poggia su buoni numeri e di conseguenza il sostegno non è affatto male. Una buona fetta di settore partecipa ai cori, in questo caso il duo Ultras-Desperados viaggia a braccetto e riesce a trascinare il tifo azzurro. Le consuete bandiere donano un bel tocco di colore. Sono lontani i tempi degli spettacoli pirotecnici in Maratona, ora accendere una torcia vuol dire probabilmente apporre una firma in questura per qualche anno, perciò non vale la pena neanche di pensare a infrangere quel regolamento che ha tolto una buona fetta di vitalità alle nostre curve.

Sul terreno di gioco le due formazioni si dividono la posta, un salomonico pareggio con due reti segnate verso la fine della prima frazione ma a dispetto nel nulla di fatto, anche nella ripresa non sono mancate occasioni da gol che hanno reso l’incontro tutto sommato piacevole. Triplice fischio finale e appalusi degli spettatori alle due squadre che si dirigono sotto i rispettivi tifosi.

Valerio Poli