“Hanno bloccato i treni alla stazione di Pescara a causa di un allarme bomba”. Questa la voce che circola sul sornione pullman dell’Arpa che a velocità sostenuta si approccia alla città adriatica. La psicosi è ormai convulsa e difficile da debellare. A posteriori si scoprirà che questo fantomatico pericolo, con tanto di artificieri chiamati all’opera, altro non era che un’innocua Lancia Y lasciata in divieto di sosta da una signora. La storia strapperebbe persino un sorriso se non contribuisse ad alimentare quel clima di terrore ormai insito nella mente della maggior parte degli italiani.

La cosa non mi passa inosservata e mi lascia un retrogusto amaro, con il quale vedo sempre più neri gli anni che verranno. Con esponenziali misure che interdiranno buona parte delle nostre libertà in nome della sicurezza. So che c’entra ben poco con la gara in oggetto, ma ci tenevo comunque a sottolinearlo, perché non crediamo che tutto ciò non cadrà anche sulla già dittatoriale gestione dei nostri stadi.

Tornando alla nostra più piccola e piacevole realtà, devo dire che Pescara-Avellino è una di quelle gare che da sempre costituiscono motivo d’interesse. Sono passate generazioni e gruppi ma la rivalità tra le due fazioni resta ed è parecchio sentita. Inoltre, nonostante si tratti di un anticipo al venerdi sera, sono attesi circa 700 tifosi provenienti dall’Irpinia. Non male. Organizzo il mio personale fine settimana, che dopo la puntatina abruzzese mi vedrà al Dall’Ara di Bologna il giorno successivo, e raggiungo come sempre agevolmente lo stadio Adriatico.

Manca un’oretta al fischio d’inizio e le gradinate si vanno via via popolando. Come sempre la Nord locale viene occupata in maggior parte nell’anello superiore, dove fanno capolino i diversi drappi dei Pescara Rangers. Mentre per quanto riguarda gli ospiti, il loro ingresso avverrà a pochi minuti dall’inizio. Quasi tutti hanno raggiunto la città di Gabriele D’Annunzio con auto private e Transit, favoriti anche da una distanza tutt’altro che proibitiva.

Le invettive tra i due schieramenti partono subito e senza complimenti, con il gruppetto di ultras pescaresi posizionato in Distinti che fa bella mostra di gestacci e offese nei confronti dei vicini supporter campani. Le due squadre scendono in campo e sia da una parte che dall’altra appaiono numerose torce e qualche fumogeno. Oltre ai classici bomboni esplosi dagli ultras biancazzurri. Dopo aver letto, in settimana, il comunicato della Fiorentina che invitava i propri tifosi a non portare materiale pirotecnico a causa del “particolare momento storico”, è con sommo piacere che inalo l’odore acre delle torce.

Da segnalare, inoltre, al 30′, il lancio di alcuni razzi segnalatori da un palazzo situato nei pressi dello stadio, con tutta probabilità avvenuto da parte di alcuni ragazzi diffidati. Sempre sulla scorta di quanto detto prima, è curioso il commento della signora dietro di me che vedendo i punti rossi alzarsi in cielo e cadere lentamente nella pineta, esclama: “Ci stanno attaccando!”.

E così, mentre la succitata e attempata donna medita sull’invasione degli alieni, le due tifoserie si danno battaglia. Come sempre dal punto di vista dell'”ordine”, è pressoché perfetta la prestazione degli avellinesi. Bandiere tenute sempre su e abbassate quando si vuol dare risalto alle manate, materiale di ottima fattura e cori tenuti a lungo e per l’intera durata dell’incontro. Forse l’unico appunto che si può fare è sull’intensità, non sempre ottimale. Tuttavia visti i tempi che corrono e la totale disaffezione nei confronti del calcio da parte degli italiani, oltre al risultato sempre avverso ai tifosi del Lupo, la performance è di tutto rispetto, con la solita ciliegina sulla torta della sciarpata eseguita in maniera inappuntabile.

Su fronte pescarese, a mio modo di vedere, da qualche anno a questa parte il cruccio maggiore resta quello numerico. Il nocciolo centrale fa il suo dovere e spicca per l’abbondante uso di pirotecnica, oltre che per un sostegno abbastanza continuo e colorato da una bella sciarpata nella seconda frazione di gioco. Sul finire di gara, con il Delfino avanti per 3-1, gli ultras pescaresi trascinano più volte lo stadio saltando e sbeffeggiando i rivali biancoverdi.

Al fischio finale è il pubblico di casa ad esultare, con la squadra di Oddo che balza momentaneamente al quarto posto e l’Avellino che continua a vivacchiare anonimamente nella zona medio-bassa. Per i ragazzi di Tesser c’è qualche fischio dal settore ospiti ma non una vera e proprio contestazione. Assisto alle ultime schermaglie e poi ripongono tutto il materiale nella borsa per fare marcia indietro. Sarà un passaggio Blablacar a riportarmi verso Roma. Stazione Tiburtina per la precisione, da dove dopo un’oretta di attesa prenderò il pullman per Bologna. Dormendo persino qualche ora.

Simone Meloni.