Sempre un piacere ritornare al Mancini di Fano, stadio che ho visto in parecchie occasioni sia da tifoso che in qualità di reporter ma mantiene sempre immutato il suo fascino, con il rettangolo di gioco e gli spalti letteralmente incastrati tra i palazzi della cittadina marchigiana.
Circa 1.500 gli spettatori in questa domenica di Marzo, dato di tutto di rispetto specie contestualizzandolo ai tanti problemi che hanno accompagnato l’Alma Juventus in questa stagione, d’altro canto l’attuale delicata posizione in classifica, nel guano delle zone basse del girone F di Serie D è già di per sé abbastanza esplicativa.
Buona presenza dunque nella curva di casa con Panthers e Ultras Fano ad animare il settore popolare. Al fischio iniziale si fanno vedere grazie allo sventolio di varie bandierine granata che tentano il più possibile di colorare la parte centrale del loro spicchio di stadio, con l’aggiunta dei bandieroni dei due gruppi sventolati costantemente anche per tutto il resto dei novanta minuti.
Nel primo tempo mi posiziono sotto la curva fanese, di cui giudico positivo il sostegno nei confronti della squadra granata, caratterizzato da uno stile piacevolmente retrò nei cori, sempre accompagnati dal tamburo. Non vengono dimenticati né gli amici diffidati che il fratello di Curva Bronco a cui hanno (anche se solo informalmente) intitolato il settore. Apprezzabili inoltre i vari cori secchi ma anche il “treno” di battimani effettuato sempre nei primi quarantacinque minuti.
Nei secondi quarantacinque giri di lancette mi sposto invece dall’altra parte del campo: il sostegno vocale dei padroni di casa non viene comunque meno, anzi col meritato pareggio del Fano si alzano anche i decibel, rendendo ancora più apprezzabile il repertorio canoro che accompagna la propria squadra fino al fischio finale che, una volta decretato, vede l’intera rosa (staff tecnico compreso) raccogliere gli applausi della Curva che li intrattiene, cercando di motivarli, per vari minuti.
I tifosi del Campobasso sono invece circa duecentocinquanta, a inizio partita entrano alla spicciolata causa minuziosi controlli sul proprio materiale. Col passare dei minuti il loro tifo sale di livello, poggiando sui cori più disparati (squadra, amici diffidati ed anche in dialetto campobassano). Fra i tanti sta facendo breccia nel cuore dei supporter rossoblu il nuovo coro secco sulle note di “Enola Gay” oltre al classico “Campobasso” spezzato, autentico cavallo di battaglia della Curva Nord Michele Scorrano.
Nella ripresa in tifo è circoscritto alla zona occupata dai gruppi principali, fino al momento della ben riuscita sciarpata che coinvolge quasi tutto il settore, ma a circa cinque minuti dalla fine si rianima in toto il tifo del pubblico ospite, complice le notizie provenienti dagli altri campi e l’assalto finale del Campobasso che tenta in tutti i modi di portare a casa l’intera posta, senza riuscirci. Tuttavia, anche per loro al fischio finale sono solo applausi con questo 1-1 esterno che permette comunque di allungare a cinque lunghezze il vantaggio sulla seconda in classifica.
Nessun tipo di problema tra le due tifoserie, come già successo nella partita di andata in terra molisana.
Testo di Francesco Passarelli
Foto di Francesco Passarelli e Tommaso Giancarli