Al “Mancini” di Fano tornano ad affrontarsi dopo tanti anni i padroni di case e il Chieti, revival di quello che, negli anni ’80, era uno dei classici della vecchia serie C2, con qualche sortita anche in C1. L’attualità purtroppo è quella di un’anonima Serie D che rischia di diventare tragica per i padroni di casa che si ritrovano ad annaspare nei bassifondi della classifica, con le speranze estive volatilizzate e il cambio di società che, dopo la retrocessione dalla Lega Pro dopo ben cinque stagioni consecutive, tra l’altro contrassegnate da campionati deludenti, retrocessioni e ripescaggi, sembra allinearsi alla mediocrità precedente se non addirittura peggio.
Buona cornice di pubblico comunque oggi, specie se rapportata appunto alla classifica delle squadre in campo. Sono oltre 150 i tifosi del Chieti che raggiungono Fano con un pullman organizzato dalla Curva Volpi, a cui si aggregano tanti mezzi privati per una trasferta comunque non proprio dietro l’angolo.
Partono subito forte i teatini e per tutta la gara terranno alti diversi bandieroni, utilizzando altresì a più riprese battimani e sciarpate per prendere fiato tra un coro ed un altro.
Buona prova anche per la curva di casa, che in barba alla classifica e alla ormai nota divisione interna tra Panthers ’77 (a proposito, tanti auguri ai ragazzi per i 45 anni di attività festeggiati il 30 gennaio scorso!) Ultras, fanno fino in fondo la loro parte.
Al centro della Curva i Panthers si segnalano per il costante sostegno, come d’altronde fanno gli Ultras Fano nonostante un numero più esiguo. Diverse bandiere colorano questa giornata fredda ma soleggiata. La tifoseria di casa non si abbatte neppure dopo il vantaggio ospite, che ovviamente galvanizza ulteriormente i neroverdi abruzzesi, che festeggiano con un bellissimo coro a mani tese la quinta vittoria consecutiva, grazie alla quale possono sognare se non la scalata alla vetta, obiettivamente troppo distante, quantomeno i playoff che aprirebbero la porta a quella Serie C che per loro manca da troppo tempo e che meriterebbero sicuramente.
Tommaso Giancarli