Oltre 300 sono i tifosi riversatisi nel piazzale dello stadio “Mancini” di Fano, dove ci aspettava una partita storica per due città, Fano e Fossombrone, distanti solamente una trentina di km lungo la storica Via Flaminia, eppure l’ultimo incontro ufficiale al “Borgo Metauro” (quando ancora non si chiamava “Mancini”) risale al lontano 1967.
Purtroppo però, decisamente diversi sono i piani di chi certi eventi li sovrintende dall’alto. Lo si è capito dopo che è stata indetta la “Giornata granata” (invalidati gli abbonamenti) e i soliti prezzi sono stati letteralmente raddoppiati nei settori popolari (passati da 10 € a 20 €…) mentre pochi euro di incremento riguardano la tribuna.
Non è perciò tardata la risposta degli ultras fanesi e forsempronesi, che avevano dichiarato già in settimana di non voler entrare a queste condizioni e che avrebbero sostenuto dall’esterno la squadra, ovviamente per quanto possibile. Due striscioni (“21,5 €. Questo è quello che vi meritate, rispetto per gli ultras” firmato dal Botty Club Fossombrome e “Russo-Comune Vergogna” della locale Curva Bronco) ribadiscono la posizione anche nel giorno della partita.
È un peccato perché con prezzi corretti, quest’anonima e soleggiata domenica di gennaio avrebbe attirato molte persone, ottenendo un incasso maggiore e chissà, magari portando anche un po’ di entusiasmo all’ambiente.
Un vero e proprio affronto per come lo ha letto la piazza fanese che, sommato a tutti i problemi pregressi, non ha decisamente migliorato un rapporto già claudicante.
Il caro biglietto è insomma un problema che, sopratutto negli ultimi anni, colpisce ovunque, anche le categorie minori. Le soluzioni ci sarebbero e non sono così irraggiungibili, ma come al solito, finché gli organi competenti non interverranno, restano solamente belle e vacue parole di cui poi ci si fa vanto qualcuno facendo passare un esoso tagliando a 40 € come una vittoria solo presentandolo dietro il belletto del “tetto massimo”.
Mi piace sempre cercare il bicchiere mezzo pieno e qualcosa di positivo da questa giornata effettivamente lo si può ricavare: uno stadio vuoto, la voglia e la compattezza dei fanesi nel riprendersi ciò che secondo loro non appartiene e non è mai veramente appartenuto al signor Russo affinché l’Alma torni ad essere passione popolare e non mero interesse di un privato. “Proprio come la natura si sta riprendendo il suo pianeta, le persone si stanno riprendendo il loro calcio. Perché il calcio è del popolo”, citando Kay Bernstein, scomparso di recente.
Testo di Alessandro Barbini
Foto di Tommaso Giancarli