MILAN-SPAL: Chiudiamo un anno avaro di soddisfazioni per quanto riguarda il Milan ma importante e davvero memorabile per la Curva Sud, un anno che ha sancito la nostra crescita come presenze, partecipazione, apparte- nenza e passione e che ha riportato la nostra curva ad essere la prima d’Italia. Nonostante qualche vuoto di troppo la Sud offre la solita colorata accoglienza alla squadra; a inizio partita agli spallini che alzano la voce auguriamo di tornare presto in serie B, quindi ci dedichiamo a sostenere il Milan con il giusto atteggiamento. Il gol della Spal gela gli animi: il tempo di riprenderci dalla botta e il pareggio del Dia- volo rimette le cose a posto; il primo tempo scorre fra alti e bassi e soltanto il coro “è passato tanto tempo” scalda la tutta la curva; a questo proposito è importante pre- cisare che tutti quelli che scelgono di stare in basso, vicino al nostro striscione, non sono in un posto qualunque della Sud ma sono nel suo cuore, sono il CUORE della curva Sud: e se un cuore non pompa sangue, se un cuore non batte di passione e amore il resto del corpo è fermo, è molle, è debole.
Chi sceglie le prime file deve cantare sempre perché deve trascinare gli altri, è da qui che deve partire il battito del cuore della Sud: è una scelta stare qui, questi non sono posti qualunque e chi non ne capisce importanza e valore non è qui che deve stare. Il secondo tempo infatti comincia con più entusiasmo e complici i cori più recenti miglioriamo la nostra prestazione che raggiunge l’apice al gol del vantaggio del Milan, che ci permetterà di chiudere l’anno con una vittoria. Ce ne aspetta un altro con qualche incognita concernente il Milan; per noi sarà un altro anno in cui essere la prima curva d’Italia sarà una certezza e un vanto da difendere contro chiunque. Senza paura e senza pietà.
SAMP-MILAN: Prima della finale di Supercoppa contro i gobbi abbiamo la gara contro la Doria che apre il nuovo anno: il fascino dello scomodo stadio di Genova, celebrato in quel “di nuovo giù al Marassi” il cui ricordo regala ancora brividi, è evidentemente ancora forte perché siamo in tanti e il nostro settore offre una bella e colorata compattezza. | Doriani partono bene con le loro numerose bandiere e una bella torciata, noi li becchiamo in varie occasioni e facciamo rimbombare il nostro tifo nel ferro di Marassi. Sventola fiera la bandiera dei 50 anni al centro della curva Sud e il primo tempo ci vede spingere il Milan soprattutto dopo la mezz’ora, quando più decisa è la pressione della Samp. Nella ripresa sono il “Bandito” e il “canto d’amor” che sfruttiamo a lungo per motivare i ragazzi in campo: purtroppo nemmeno il nostro incitamento aiuta a sbloccare lo 0-0 e così saranno i supplementari a decidere chi pas-
JUVENTUS – MILAN: Altra finale contro i gobbi e stavolta i superiori interessi della Lega Calcio -che segue benissi- mo il profumo dei soldi- ci portano a Gedda, in Arabia Saudita: per onorare l’impegno partiamo in 12 di Curva Sud da Milano e arriviamo a Gedda alle 4 del mattino, nel giorno della partita. Dopo un riposo in albergo ci facciamo un giro per la città vecchia e poi sul lungomare, in attesa di muoverci verso lo stadio.
Anche qui, come a Doha, perquisizioni e con- trolli sono blandi e non invasivi e così non abbiamo nessun problema a entrare con il nostro striscione, alcuni stendardi e il bandiero- ne dei 50 anni. Lo stadio è bellissimo e noi prendiamo posto dietro la porta dove posizioniamo CURVA SUD. Ben presto scambiamo qualche battuta con i milanisti locali che sono informatissimi e interessati a tutto ciò che riguarda il Milan: siamo curiosi di vedere come si comporteranno al momento di tifare.
serà il turno. Nonostante un po’ di stanchezza riprendiamo a tifare e stavolta le fresche ener- gie di Cutrone e Conti piegano la Doria, garan- tendo al Diavolo il passaggio del turno. AI raddoppio di Cutrone, che corre verso di noi baciando lo stemma del Milan sulla sua maglia, in curva Sud scoppia il delirio: vedere amata, rispettata e baciata la nostra maglia per NOI è sempre qualcosa di speciale, qualcosa che accende immediatamente il fuoco che cova indomabile nei nostri cuori rossoneri. Dopo il saluto alla squadra, che per 120 minuti ha lottato gagliardamente come piace alla Sud, per ingannare il tempo in attesa dell’uscita ci siamo divertiti con i giardinieri in campo, offren- do preziose perle di ignoranza come non capi- tava da tempo.
Visto che i cori in italiano saranno da loro diffi- cilmente ripetibili ci concentriamo su “Alè alè alè Milan alè” che funziona e coinvolge i soste- nitori rossoneri, permettendoci di far sentire il nostro appoggio alla squadra in campo; un altro coro che piace è quello contro la mamma di Bonucci, cantato perfettamente da tutto il settore.Gli juventini hanno solo qualche pezza e nessuna bandiera, e come tifo non c’è storia nemmeno così lontani dall’Italia. La partita finisce male anche per quelle porcate alle quali i gobbi ci hanno abituato e con amarezza subiamo un’altra sconfitta dalla Juve. Aspettia- mo solamente che i giocatori vengano a salu- tarci e ringraziarci per andarcene; a differenza di Roma, finale di coppa Italia dell’anno scorso, non abbiamo niente da rimproverare alla squa- dra: stasera vogliamo, semplicemente, che i sacrifici che abbiamo fatto per essere a Gedda al loro fianco siano ripagati da un semplice gesto di affetto e vicinanza; invece i giocatori restano lontani e non sembrano interessati. (o il cerimoniale glielo impedisce) ai loro tifosi; nessuno di noi vuol restare a vedere la premia- zione dei gobbi, tantomeno il nostro Capo: a un cenno di Luca usciamo e lasciamo lo stadio dispiaciuti più per il comportamento dei gioca- tori del Milan che del risultato della partita.
In assoluta tranquillità rientriamo insieme in hotel, dove l’ultima sorpresa sarà il conto spro- positato del buffet della nostra cena; abbiamo seguito e onorato la maglia del Milan fino in Arabia, nemmeno stavolta la Curva Sud è uscita sconfitta da una finale.
Lasciamo Genova senza problemi; il Milan ha iniziato bene il nuovo anno, la Curva Sud non è stata da meno.
GENOA-MILAN: Oltre al fatto di giocare di lunedì, è soprattutto la decisione di spostare la gara alle 3 del pomeriggio ad aver impedito a tanti ragazzi di partecipare a questa importante trasferta, così siamo circa in duecento di Curva Sud a presen- tarci a Genova.
Entriamo a Marassi, senza incontrare nessuno lungo il tragitto ma restando sempre con gli occhi aperti, quando la gara sta per iniziare e lo stadio è semivuoto e silenzioso: una brutta impressione abituati al livore e alla rabbia che i genoani riversano sempre contro di noi. Senza ultras da attaccare ci dedichiamo subito a sostenere il Milan che mostra di patire la pressione del Genoa; il nostro tifo del primo tempo è buono e si accende di più nelle rarissime occasioni in cui il Diavolo prova a mettere il Grifone alle corde.
Stavolta miglioriamo nel secondo tempo con bei cori secchi e potenti gridati nel desolante stadio genovese, per poi crescere in entusia- smo dopo il gol del vantaggio e fino alla fine della partita. Festeggiamo la vittoria con i nostri bistrattati giocatori che vengono a salutare chi è sempre al loro fianco, ovun- que e comunque; la Sud non scappa, non cerca scuse e non lascia solo il Milan quando è in difficoltà, quando è debole e lontano da chi vince scudetti e coppe.
A stadio ormai vuoto, mentre aspettiamo soltanto di uscire, in curva genoana appaio- no un centinaio di ultras rossoblu: li bec- chiamo subito con un paio di sfottò e loro ci rispondono con un coro contro il Barone.
Questo scambio di cortesie si conclude presto e noi possiamo uscire dallo stadio: lasciamo Genova senza problemi e con il nostro Diavolo incerottato ma combattivo tenacemente attaccato al quarto posto.
Dove più di tutto lo spingono la sua grinta e il cuore della Curva Sud.