MILAN-NAPOLI

Non è stata pensata diversi mesi fa però il momento attuale che sta vivendo il Milan meritava che la Sud mostrasse, ancora una volta, ciò che conta veramente per lei: la coreografia per Milan-Napoli  (decisa e preparata in pochissimi giorni) veste la Curva Sud della maglia bianca del Milan, quella delle finali e dei giorni di gloria. Ma questa è una maglia speciale, unica e non commerciabile: è la maglia dell’appartenenza perché sul petto ha i simboli del Bandito e lo stemma dei 50 anni, e il gigantesco striscione CURVA SUD (quello della festa all’Arena) dà una pennellata di rosso- nero e segnala quale sia il vero “sponsor” della maglia, chi davvero si spende per lei, chi la onora e chi per lei combatte ovunque. Abbiamo sentito troppe chiacchiere intorno al Milan e visto troppi strapagati campioni scappare da quella maglia per la quale chiediamo solo una cosa: lottare per lei e vincere per NOI; NOI che in quella maglia crediamo, NOI che quella maglia amiamo, rispettiamo, sogniamo, difendiamo senza preoccuparci di chi dobbiamo affrontare. L’ennesima magistrale creazione del Gruppo Coreo è un omaggio alla fede e alla passione inesauribile della Sud e un’indicazione forte ai giocatori: lottate per la maglia e vincete per NOI, il resto non ci interessa. Il ritorno dei napoletani a Milano, dopo i fatti di Inter-Napoli, ha fatto sì che la zona intorno lo stadio fosse militarizzata e anche in Axum si nota e si avverte la nutrita presenza degli sbirri; immaginiamo che agli ingressi ci saranno pesanti controlli ed è ciò che accadrà. San Siro offre un bel colpo d’occhio e anche la curva Sud si presenta gremita; al termine della coreografia parte il saluto ai napoletani, presenti in buon numero, e quindi l’incitamento alla squadra che risponde bene sul campo.

A inizio secondo tempo la nostra voce si alza potente per Carlo Ancelotti, indimenticabile guerriero e condottiero rossonero, e quindi per mister Gattuso, troppo spesso lasciato solo a difendere il Diavolo in giorni difficili chi ha onorato e onora la nostra maglia avrà sempre la Sud al suo fianco. Come al solito nella ripresa miglioriamo netta mente a livello di tifo, grazie a quei cori che esaltano appartenenza alla Sud e alla nostra storia; nonostante questo, e visto il pieno di gente in curva, resta l’impressione di poter fare di più, di poter dare di più. Salutiamo la squadra che viene sotto la Sud e usciamo dallo stadio, fra tre giorni affronteremo ancora i napoletani ai quali dedichiamo l’ultimo sfottò, l’immortale “senti che puzza”.

Per la maglia, avanti Curva Sud!

Due striscioni sono stati esposti per ricordare un papà e una mamma che troppo giovani hanno lasciato due nostre amiche: a Betta e Greta la vicinanza della Curva Sud; chi ci ha scelto come amici ci ha scelto come famiglia e merita tutto l’affetto della Sud.

MILAN-NAPOLI (Coppa Italia)

Anche stasera la presenza delle forze dell’ordi- ne è numerosa, seppure meno massiccia della recente gara di campionato e con meno tensio- ni di sabato sera. Siamo al primo anello blu e poco importa il cambio di settore: la Sud è sempre in casa sua e stasera le nostre bandie-re e i nostri striscioni, sempre belli da vedere, più vicini al terreno di gioco accrescono il calore e la grinta che possiamo trasmettere alla squadra. San Siro è semivuoto, i napoletani sono in buon numero e come sempre toccherà a noi, quelli del “non ti ho lasciato mai”, scaldare i cuori e i muscoli dei giocatori del Milan. Prima però c’è da mandare il nostro benvenuto ai napoletani e infatti potenti boati di scherno si alzano dalla Sud; ripeteremo questi cori a inizio ripresa e alla fine della partita, cantando forte tutto il nostro odio verso i nostri avversari. Partiamo subito con un buon tifo, evidentemen- te il fatto di essere più compatti aiuta ad andare a tempo e per tutto il primo tempo siamo in grande spolvero. Il doppio vantaggio de | Milan fa sì che in curva ci sia più entusiasmo e di questo ne risente positivamente il nostro tifo, che è stato eccellente per tutto il match.

Che stasera però ci fosse voglia di divertirsi si è visto al momento in cui, dopo il suo secondo gol, abbiamo proposto il nuovo coro per Piatek: è stato accolto con fervore ed esaltazione e lo abbiamo ripetuto, con maggior efficacia, all’uscita dal campo del nuovo centravanti rossonero.

È l’ennesima dimostrazione che se pensiamo a divertirci, se ci lasciamo coinvolgere e parteci- piamo con passione e goliardia allora diventiamo irresistibili e spingiamo gli altri spettatori a seguirci, a farli cantare con noi.

Ringraziamo i giocatori che vengono a salutarci e mandiamo a casa i napoletani, avanzando in coppa Italia dove incontreremo in semifinale la Lazio:

la Sud è già pronta.

ROMA MILAN

Per questa importantissima trasferta (e non ci riferiamo alla lotta per il quarto posto) scendia- mo nella capitale in 200. Occhi aperti e massima attenzione nel tragitto che ci porta allo stadio ma dei nostri nemici non c’è traccia; dopo rigidi controlli ai tornelli entriamo nel settore alle ore 20, evento eccezionale se ripensiamo a quanto accaduto in passate sfide contro i giallorossi quando entravamo a metà primo tempo.

Ci compattiamo e partiamo subito con i cori contro i romanisti che lasciano la curva sud, per loro scelta, dopo una ventina di minuti; dopo gli sfottò ai lupacchiotti è tempo di canta- re per i nostri colori e questo avviene strana- mente in maniera fiacca: un segnale preoccu- pante e poco piacevole, visto che siamo all’Olimpico contro una squadra e una tifoseria da noi fra le più odiate; solo dopo una sfuriata del nostro vocalist la Sud si accende e torna ad  essere la Curva del Milan degna della sua storia e del suo nome. Pochi minuti dopo il ritro- vato entusiasmo della sua curva guarda caso il Milan segna, e sarà il coro per Piatek la molla per scatenarci con i canti successivi fino al termine del primo tempo. Nella ripresa ci demoralizza un poco il precoce pareggio della Roma e a fasi alterne continuiamo a sostenere la squadra fino a una ventina di minuti dal fischio finale, quando sarà il coro del Bandito a riportare grinta e passione al nostro incitamen- to che torna a essere spettacolare e coinvolgente.

Come deve essere sempre, tanto più di fronte a chi rivolgiamo il nostro disprezzo e il nostro odio. Ricambiamo il ringraziamento dei nostri giocatori a fine partita e dopo un’ora usciamo dallo stadio: ce ne andiamo da Roma senza problemi e senza che nessuno passi a darci i suoi tanto sbandierati saluti.