Dopo aver eliminato al primo turno rispettivamente Virtus Francavilla e Scafatese, entrambe ai rigori, Fasano e Gravina si affrontano nei trentaduesimi di finale della Coppa Italia dilettanti.

Il forte vento di maestrale, le temperature gelide, il turno infrasettimanale e non ultimo l’orario proibitivo fissato per le ore 15:00, lasciano presagire un esiguo presenza di pubblico quest’oggi, come difatti così sarà.

A tutte queste attenuanti bisogna anche aggiungere lo scarso appeal che oggi la coppa Italia riveste, dalla serie A fino al dilettantismo: più che una gara ufficiale è diventato un problema, legato a possibili infortuni che si ripercuotono sul campionato, a calendari da gestire, a tutto quel che insomma è ben lungi dall’essere visto come una risorsa, come una fantastica possibilità.

Alla fine se ai vincitori del trofeo, invece di quella effimera coccarda tricolore cucita sul petto si garantirebbe qualcosa di ben più importante, come ad esempio la promozione diretta in caso di vittoria, tutto diverrebbe molto più accattivante, ma così non è purtroppo e tocca farci i conti.

Le due formazioni imbottite di riserve si affrontano a viso aperto con i fasanesi sostenuti a gran voce dagli ALLENTATI posizionati in curva sud, mentre da parte ospite non c’è nessun gruppo organizzato ma solo tifosi al seguito con qualche sciarpa gialloblù.

Il Fasano cala il tris senza subire goal alcuno e nel prossimo turno, sempre in casa per via del sorteggio, affronterà il Savoia in una sfida che rimanda ai vecchi fasti del professionismo e con gli oplontini al cui seguito ci sarà un’ottima tifoseria. Censori permettendo.

Ormai l’unica speranza della coppa Italia non è altro che questa: attendere gli accoppiamenti guardando alle tifoserie più che alle squadre, poiché una rivoluzione nel merito della formula non avverrà mai. Per via dei troppi interessi delle big e del protezionismo delle leghe nei loro confronti. Lo stesso protezionismo che ha finito per ammazzare la competitività portando il nostro calcio a cedere terreno ad altri movimenti nazionali molto più in salute del nostro, sportivamente parlando.