Sono passate due settimane dal derby tra Fasano e Brindisi e dai fatti che ne hanno caratterizzato il finale, con i soliti benpensanti ad assegnare colpe in via unidirezionale verso gli ultras, mentre i (nell’occasione) non pervenuti tutori dell’ordine, uscitisene un’altra volta senza macchie, cascati ancora una volta in piedi come un gatto a nove vite, nella gara odierna hanno pensato bene (?) di filtrare i tifosi di casa facendoli passare uno a uno davanti a una telecamera con documento alla mano, generando ulteriori tensioni e malumori anziché provare a disinnescarli.

In settimana era persino ventilata l’ipotesi che ai materani, ospiti al “Vito Curlo”, fosse vietata la trasferta, pensando che, come recita un vecchio adagio, “Tolto il dente tolto il dolore”. Fortunatamente così non è stato e i soli 150 biglietti loro riservati sono andati esauriti in pochi minuti, vista anche l’importanza della gara che, in caso di vittoria, vorrebbe dire aggancio alla quinta piazza e disputa dei play off, un’appendice di fine stagione che serve a ben poco, ma che restituisce un minimo di dignità e speranza a chi ha perso il treno buono per la C.

I biancazzurri ospiti, appena entrati nel settore a loro destinato, formano un bel quadrato che, a parte i vessilli con i colori sociali, è caratterizzato dalla solita dominante (mono)cromatica come ormai capita per la stragrande maggioranza delle tifoserie. Cosa a cui i vecchi boomer come lo scrivente non si abituano mai, ma che dato il dilagare della prassi, forse devono semplicemente accettare come segno dei tempi e del loro cambiamento. Ad inizio gara espongono uno striscione per i diffidati in onore dei quali chiedono in regalo una vittoria, stessa cosa i loro dirimpettai fasanesi che si riferiscono più specificatamente ai già citati avvenimenti del derby, vantando le gesta dei propri concittadini.

Gli ALLENTATI FASANO aderiscono inoltre alla campagna promossa dalla Green Brigade del Celtic con una coreografia di denuncia contro Israele e del massacro del popolo palestinese, coerentemente con i valori portati avanti da decenni da parte della Sud fasanese.

Subito dopo si alza il coro “Campobasso e Fasano” vista la presenza dei gemellati molisani. Gli ospiti nel frattempo, coadiuvati da un tamburo, sono autori di numerosi battimani con una buona coordinazione e un effetto visivo ben riuscito, oltre ad alcuni cori per il Matera che confermano l’ottima impressione che hanno sempre suscitato negli ultimi anni in quel di Fasano.

La squadra di casa, quest’oggi imbottita di giovani, due 2007 ed un 2006 nell’undici iniziale, cerca di non sfigurare e regalare i tre punti, nel giorno del suo trentottesimo compleanno, a mister Graziano Pistoia, fasanese doc. L’intento sembra realizzarsi già alla fine del primo tempo, chiuso in vantaggio per tre a zero, tra l’entusiasmo della tifoseria di casa, ma con la tifoseria ospite che, nonostante il pesante passivo, non molla e prima dell’intervallo sprona i propri calciatori a dare tutto nella ripresa.

Il canovaccio dei seguenti quarantacinque minuti si ripete immutato e al sessantesimo minuto, dopo la rete del quattro a zero da parte fasanese, segue un breve conciliabolo tra i presenti nel settore ospiti, i quali decidono di abbandonare lo stadio, tra gli applausi di comprensione della tribuna e il coro “SOLO GLI ULTRAS VINCONO SEMPRE” della Sud, applaudito e ripetuto dai materani prima di guadagnare l’uscita.

C’è ancora tempo per annotare l’esposizione di uno striscione per un nuovo arrivato e numerosi cori contro i brindisini, accompagnati da tutto lo stadio, prima che le marcature arrivino addirittura a sei le reti grazie a una doppietta dell’altro fasanese doc Francesco Losavio.

A nulla serve, se non a far arrabbiare il pacchetto difensivo per il mancato clean sheet, la rete ospite nell’ultima azione di gioco che fissa il punteggio finale sul sei a uno per il Fasano. La gara termina così tra lo sconforto dei calciatori ospiti, che guadagnano la via degli spogliatoi a testa bassa, e la festa sotto la curva sud della squadra fasanese con in testa il neo presidente Ivan Ghilardi.

Foto di Riccardo Dibiase e Federico Longo