In tema di allucinanti derby d’agosto e di cervellotiche amichevoli a rischio eravamo stati fin troppo facili profeti. Con buona pace di chi ha avuto la faccia tosta di darci dei visionari, per di più animati da intenti destabilizzanti. Il fatto è che frequentiamo il calcio da una vita e le curve le viviamo dal di dentro, a differenza di quanti, tranquillamente seduti su comode poltroncine o nel salotto di casa, si atteggiano a ipocriti censori degli usi e costumi del football.

Sappiamo bene (e non lo nascondiamo per un buonismo che non ha ragione di essere) che i rapporti fra i gruppi ultras sono regolati da ferree leggi non scritte che si traducono in faide, sgarbi, vendette e regolamenti di conti. Ecco, quello messo in atto dagli estremisti dorici e da chi li ha eventualmente fiancheggiati altro non è che un’azione punitiva intesa a lavare col sangue vecchie ruggini che abbiamo ben vive nella memoria. Bliz studiato a tavolino e messo in pratica con perfetta scelta di tempo, ancorché vilmente basato sulla superiorità numerica e sull’effetto-sorpresa. Dunque, gesto non da ultrà propriamente detti, che quando vogliono darsele si sfidano ad armi pari, rifuggendo dalla codardia da femminucce di cui gli anconetani saranno ora tacciati in eterno, per effetto di un meritato contrappasso.

Fin qui i fatti, analizzati per ciò che è stato, senza falsi perbenismi. Le reazioni, adesso. Ci è piaciuta molto l’immediata, lucida e rigorosa presa di posizione del sindaco Seri, che ha speso belle parole di solidarietà verso i supporters granata, vigliaccamente aggrediti. Il primo cittadino si è detto vicino a quanti, semplici appassionati, sono rimasti terrorizzati dalle scene di guerriglia urbana e ha dato conforto al povero gestore del locale epicentro degli scontri, che ha davvero vissuto un brutto quarto d’ora. Similmente, non sarebbe male che anche altri dicessero la loro. In primis la società granata, che farebbe bene a rimanere sempre sintonizzata con il cuore pulsante dei suoi sostenitori. Ma anche il fanesissimo Cornacchini, che magari parecchie delle persone coinvolte le conosce pure, dovrebbe avvertire qualche pungolo di coscienza.

Per finire con il club biancorosso, al quale verrà di certo presentato un conto assai salato, in qualità di diretto responsabile del comportamento dei suoi sedicenti tifosi. Fine della storia? Ma nemmeno per sogno. Anzi, non è che l’inizio di altre brutte storiacce. Sicuro, come è vero che il pallone è rotondo. E inguaribilmente malato.