«Non siamo una squadra con una tifoseria, ma una tifoseria con una squadra». Così si definivano nel libro “Il calcio è del popolo” di Davide Ravan i ragazzi della Frazione Calcistica Dal Pozzo. Un esperimento di calcio dal basso e autogestione che ha per motore il gruppo di ultrà “Masnada”. Il Dal Pozzo viene da una minuscola frazione di Ceriano Laghetto, alle porte di Saronno, ma al momento gioca le sue gare casalinghe al Centro Sportivo Rugbiolandia di Uboldo.

L’atmosfera è allegra e festosa, con tanto di invito al pranzo comune per conoscerci meglio. Di motivi per essere nervosi ce ne sarebbero pure, visto che nella scorsa gara il Dal Pozzo ha dovuto affrontare la decisione di giocare a porte chiuse contro il Molinello di Cesano Maderno, a causa di scontri avvenuti durante la scorsa stagione. Una decisione chiaramente mal digerita da un ambiente che vede la sua stessa vitalità e ragion d’essere nella presenza di tifo sugli spalti.

Per questo motivo il gruppo “Masnada”mostrerà due striscioni durante la partita in contestazione con la decisione delle porte chiuse. Decisione che, ironia della sorte, colpirà nuovamente il Dal Pozzo due giornate più tardi: un’altra partita da disputare a spalti vuoti, con soli «i venti ultrà che sono in campo ogni domenica», come piace loro definire la loro squadra.

Oltre al tifo incessante, colorato, goliardico e originale della “Masnada”, quello che salta all’occhio è che questa realtà di Seconda Categoria sta andando avanti da oltre un decennio e ancora riesce a reggersi sulle sue gambe, pur dovendo pagare l’affitto di un centro sportivo e dovendo affrontare multe, sanzioni e Daspo.

Una vera e propria impresa per una realtà di un centro periferico, di una categoria non certo di prestigio e che rischierebbe ben presto di vedere il proprio bacino di riferimento saturo, con un difficile ricambio e con un rischio di perdita di interesse e dispersione molto alto. Eppure il Dal Pozzo è ancora lì, con la “Masnada” pronta a sostenere la sua squadra ogni domenica, con le sue attività e le sue iniziative: una realtà che dà segni di salute e vitalità non scontati. Fuoco che brucia ancora.

Damiano Benzoni