Una settimana dopo la straordinaria vittoria nello scontro al vertice contro l’SC Imst, l’unico serio inseguitore, l’Austria Salisburgo si reca a Kitzbühel. Kitzbühel? Sì, esatto, oltre a quella che probabilmente è la gara di sci alpino più famosa al mondo (la gara di discesa dell’Hahnenkamm), nella piccola città nel mezzo delle Alpi tirolesi c’è anche una squadra di hockey su ghiaccio che milita in AHL (Alps Hockey League, secondo livello nazionale con alcuni ex club di Serie A) e una squadra di calcio, l’FC Kitzbühel che gioca nella Regionalliga West, terzo gradino delle gerarchie calcistiche austriache. In quanto fanalino di coda, i gialloverdi non dovrebbero essere un grosso ostacolo sulla strada dell’Austria Salisburgo verso il ritorno al calcio professionistico. Corsi e ricorsi storici inoltre, riportano l’Austria in un crocevia storico, poiché fu esattamente qui che dieci anni fa raggiunse la prima promozione in 2.Bundesliga dopo la rifondazione…

Circa 400 tifosi della città di Mozart accompagnano la squadra in una gelida giornata di maggio. Girano in corteo per circa venti minuti prima di raggiungere il piccolo stadio, circondato dalle montagne le cui cime appaiono innevate di fresco. Ottima la loro disposizione nella piccola ma bella tribuna, unico settore assegnato nel quadro delle misure di sicurezza previste, oltre a fin troppi agenti di Polizia. Come ogni volta che l’Austria gioca in Tirolo, la paura delle forze dell’ordine è che gli ultras del Wacker Innsbruck possano fare la loro apparizione. Alla fine, come al solito, non succede nulla se non ottenere l’ennesima conferma della paranoia che esaspera chi dovrebbe sovrintendere all’ordine pubblico.

Dispiegati i noti striscioni, srotolate le bandiere, è iniziato il solito, melodico e rumoroso tifo per la squadra ospite. Quella di casa non ha un gruppo di tifosi organizzato, ma il numero di spettatori odierni è significativamente superiore alla media delle altre partite casalinghe, nonostante il maltempo e la posizione in classifica ancora peggiore. E la squadra tirolese, forse motivata da tutto questo, non gioca affatto come una candidata alla retrocessione. Anche se è l’Austria a passare in vantaggio, come da copione, poco prima dell’intervallo sono invece i padroni di casa a pareggiare con un gol spettacolare da 50 metri di distanza.

Durante tutto il secondo tempo l’atmosfera sugli spalti, alimentata dai due instancabili lanciacori, rimane ottima, anche se purtroppo la squadra non riesce a convertirla nell’energia necessaria per conquistare i tre importanti punti in palio. Il che inevitabilmente disegna una smorfia di delusione su molte facce tra i tifosi viola, in linea con la pioggia che era nel frattempo arrivata. Ciononostante, tutta la squadra viene acclamata e nuovamente incoraggiata dopo la partita, quando si porta sotto la curva. In un stato d’animo tuttavia un po’ sommesso, i ragazzi di Salisburgo tornano agli autobus sotto scorta della polizia.

Quello che nessuno poteva ancora sapere in quel momento, è che solo poche ore dopo, anche l’Imst non è riuscito ad andare oltre il pareggio in casa contro il Dornbirn, così alla fine non è cambiato nulla in classifica, tranne che ora manca una partita in meno alla tanto sospirata promozione.

Jürgen De Meester