Tre anni dopo i cugini dell’Fc Zurigo, ora tocca ai tifosi del Grasshoppers affrontare almeno una stagione di Challenge League (la Serie B svizzera).

Anche allora vidi, sempre in questo stadio, una sfida memorabile se non altro per la nebbia; e oggi mi ritrovo qui, sempre nel Canton Zurigo, a 30 km dalla città più grande del paese, dove stavolta sono le “cavallette” a giocare questo derby “minore”.

Una retrocessione scottante per il club più titolato del paese (fondato nel 1886, ha vinto 27 campionati e 19 coppe nazionali ma nel 2019 ha dovuto digerire una retrocessione dopo ben 70 anni).

Lo stadio Schützenwiese di Winterthur è una struttura storica, con tante partite da raccontare. In questo impianto a pochi passi dal centro cittadino (Winterthur conta ben 110.000 abitanti), ci sono due curve scoperte, una tribuna coperta e, qualche anno fa, si è costruita una seconda tribuna – di fronte alla principale – dove si è optato, invece delle solite soluzioni pensate per i VIP, per dei soli posti in piedi.

Anche la società, fondata nel 1896 e campione di Svizzera per 3 volte (l’ultimo titolo, ad onor del vero, quasi 100 anni fa) ha molta tradizione. La sua tifoseria è conosciuta per il suo impegno sociale. In un periodo di seri problemi economici per la società, verso l’anno 2000, i supporters hanno aiutato il club a superare la crisi e, allo stesso tempo, hanno avuto l’ingresso nella governance societaria.

Oggi, dietro la curva, i tifosi hanno i propri bar, stanno organizzando progetti sociali (per i poveri, i rifugiati ecc.) e vivono il calcio in un modo molto tradizionale. Cosi hanno aiutato l’FC Winterthur a trasformarsi in una società molto fuori dagli schemi.

Per la partita odierna, arrivo in anticipo allo stadio. Circa un’ora prima del fischio d’inizio, arriva il nucleo organizzato della tifoseria del GC, circa 300, con quasi tutti i componenti vestiti in nero. Gli ospiti vengono separati della curva di casa dalla polizia antisommossa, cosi non ci saranno forme di contatto.

Entro nello stadio, dove le due curve stanno già preparando le relative coreografie. Gli spalti sono assai gremiti, con circa 9.000 spettatori che sono ben tre volte di più della media stagionale del club.

La “Bierkurve” (“Curva Birra”, quella dei padroni di casa) presenta una coreografia con le tre lettere del club, “F C W”, e qualche torcia flash.

Gli ospiti sono sistemati dietro lo striscione “20 Jahr Blue Side Züri” (tradotto, “20 anni Blue Side Zurigo”). Quando le squadre entrano in campo fanno una sciarpata compatta e accendono tante torce. Dietro lo stadio vengono accesi anche tanti razzi; tutto l’insieme è un colpo d’occhio splendido.

Durante la partita, giocata su un campo difficilissimo, le due curve sono sempre in movimento e tengono costantemente le bandiere in alto per incoraggiare le rispettive squadre. Tante volte vengono accesi fumogeni e torce, soprattutto da parte della tifoseria ospite. Anche l’inizio del secondo tempo è accompagnato da una fiaccolata intensa.

Finisce col risultato di 1-1. Però, per i tifosi locali questo risultato è come una vittoria contro i grandi rivali, che da queste parti non sono tanto amati (dicasi lo stesso per tutto il Paese). Dopo la partita niente da segnalare sul fronte dell’ordine pubblico.

Allo stesso tempo, il campo di gioco viene letteralmente coperto da un gran numero di bicchieri. Il lancio del bicchiere dopo la partita è un rituale che permette una raccolta fondi a favore di alcune associazioni che operano nel sociale in Svizzera. Un’altra prova del fatto che per la tifoseria del Winterthur l’impegno e la solidarietà non sono solo parole.

Personalmente, dopo il match, posso rimanere nei bar dietro la curva che restano aperti quasi fino a mezzanotte.

Jurgen de Meester