A Livorno nomini Perugia e subito la mente vola al giugno 1998, quando la squadra amaranto disputò la finale play off proprio al Curi di Perugia contro la Cremonese. Non fu una semplice partita perché non fu un semplice campionato. Il Livorno partì con nove vittorie consecutive fermandosi a Cesena, alla decima giornata, quando la città romagnola fu presa d’assalto dai tifosi amaranto.

Nonostante la sconfitta subita, il Livorno proseguì il campionato da protagonista, con tifosi ed ultras al proprio fianco, in casa ed in trasferta, tanto che venne coniata la dicitura “Stadio mobile” per descrivere la presenza degli ultras labronici fuori dalle mura amiche.

Due episodi minarono la tranquillità e soprattutto la classifica di quella squadra: il “Caso Franco”, con una telefonata che ipotizzava una combine tra Livorno e Montevarchi, e l’assalto degli ultras senesi alla squadra amaranto in un Siena-Livorno. Punti tolti, poi ridati, infine definitivamente tolti. Risultato? Niente primo posto e play off.

Perugia fu invasa da 20.000 tifosi livornesi ma nell’aria c’era la consapevolezza che dopo un campionato del genere, il Palazzo avesse poca simpatia verso i colori amaranto. Detto fatto, anche l’incontro con la Cremonese si rivelò una farsa: un rigore solare negato, un gol annullato ed addio promozione. Fuori lo stadio, battaglia tra ultras e polizia con quest’ultimi che non rimasero con le mani in mano e vollero saggiare la consistenza di molti vetri di autovetture livornesi. Più di un tifoso tornò a casa senza l’assillo di dover tirare su e giù i finestrini della propria auto.

Perugia non fa dormire sonni tranquilli, ma questo pomeriggio il Livorno non poteva scegliere avversario migliore per inseguire quel playout che è l’obiettivo più a portata di mano in questo finale di stagione. La squadra di mister Bisoli conta parecchie assenze e per di più è fuori da tutti i giochi di classifica, mentre il Livorno deve solamente vincere per continuare a sperare.

Lo stadio risponde benino, i prezzi popolari invitano gli sportivi a partecipare a novanta minuti di fuoco ed il dentro o fuori vivacizza ancora di più l’incontro. Siamo lontani dai numeri di qualche decennio fa, la scollatura inesorabile che c’è stata tra squadra e città è sotto l’occhio di tutti, ma in questo finale di campionato si assiste ad una prova d’orgoglio del pubblico livornese e lo zoccolo duro ci vuole essere.

Gli umbri arrivano a Livorno portando ottimi numeri, considerando che per loro l’incontro conta davvero pochissimo, si presentano numerosi e colorati, visivamente divisi tra Brigata Ultrà, Ingrifati ed Armata Rossa anche se, quando c’è da sostenere la squadra, l’unità d’intenti prevale a discapito dell’individualismo e delle differenti idee di comportamento. Evidentemente la curva ha trovato quell’equilibrio che non può altro che far bene, sinceramente ho sempre pensato che anche all’interno della stessa curva, la pluralità di idee sia un valore aggiunto.

Gli ospiti salutano l’ingresso in campo delle squadre con una sbandierata accompagnata da qualche bandiera a due aste, mentre la Curva Nord non presenta niente di particolare e preferisce partire subito con i cori d’incitamento.

Perugini che non ci mettono un minuto per confermare la poca stima che hanno verso gli avversari odierni e dopo le offese di rito, inevitabile è il paragone con i cugini ternani. Del resto il feeling tra livornesi e ternani è conosciuto anche se non è mai sfociato in qualcosa di ufficiale, rimanendo nel limbo della semplice amicizia.

Numeri a parte, gli ospiti si presentano anche belli carichi: il loro tifo è continuo e partecipativo, il colore non manca e nonostante la divisione tra i gruppi, quando c’è da sostenere la squadra diventano un blocco unico, con il coro dettato che viene ripreso da tutti i presenti. Anche a livello di colore difficile chiedere di più: bandiere e bandieroni non mancano, bello quello dell’Armata ma belle anche le numerose due aste che di tanto in tanto si fanno vedere. La sciarpata viene eseguita intorno alla metà della prima frazione e direi che anche in questo caso c’è una buona partecipazione, con i semplici tifosi che non fanno mancare il proprio apporto.

Sull’altro versante il tifo vive di alti e bassi, evidentemente il risultato sul campo blocca più di un tifoso. La curva si scioglie quando il Livorno passa in vantaggio, pensando ad una cavalcata trionfale. Nella ripresa il Perugia trova il pareggio, mentre la squadra amaranto subisce un involuzione del gioco evidente anche all’ultimo degli spettatori, ragion per cui una partita nata sotto i migliori auspici, si trasforma in una sofferenza assoluta, con gli ospiti che vanno vicini più di una volta alla vittoria.

Il pubblico di fede amaranto è frastornato, non mancano i cori provenienti dalla curva che nel finale perde la pazienza e comincia a criticare squadra e dirigenza in maniera netta e continua. L’incontro finisce con gli umbri in festa mentre il pubblico di fede amaranto mastica amaro: la Lega pro è ad un passo.

Valerio Poli.