Torna il derby metropolitano fra Fiorentina e Empoli, sfida fra le due squadre che esprimono il calcio toscano al massimo livello. Dopo l’inaugurazione nel giorno precedente del Museo Franchi a Palazzo Vecchio, il sindaco Dario Nardella, prima dell’incontro, ha consegnato una targa celebrativa alla stessa famiglia Franchi presente nella persona del figlio Francesco, accompagnato dal presidente della Lega Ghirelli, dall’Assessore allo sport Cosimo Guccione e dal Dg viola Joe Barone.

Due sciarpate salutano l’ingresso delle squadre in campo con i tifosi viola che esprimono il proprio dissenso verso la società con uno striscione. Il clima è frizzante con le due tifoserie che si mandano vicendevolmente a quel paese, il tutto condito da bei treni e battimani.

Al 13esimo minuto tributo a Davide Astori seguito dal coro “C’è solo un capitano“. La partita nel mentre scorre tranquilla fino al 36esimo, quando la difesa viola compie una vera e propria frittata e l’Empoli ne approfitta, anche se il ricorso al Var rende nulla la rete degli ospiti per un fallo dell’attaccante empolese ai danni del portiere della Fiorentina.

Si va negli spogliatoi a reti inviolate. Nella ripresa il tifo continua sulla falsariga di quanto già visto in precedenza, con la Curva Fiesole che continua l’opera d’incitamento verso i propri colori. Anche gli ospiti insistono con voce e mani, e ricordano con uno striscione Matteo Bagnaresi, ultras del Parma di cui ricorre l’anniversario della scomparsa.

L’Empoli intanto resta in dieci uomini e la Fiorentina ne approfitta passando in vantaggio, rete che risulterà poi decisiva ai fini dell’incontro. Sugli spalti gli ospiti intonano un “Torniamo a vincere” mentre anche dall’altra parte c’è l’auspicio di tornare a esser campioni come nel ’56. Il clima è bello caldo anche dal punto di vista del meteo, tanto che i ragazzi del gruppo “Quelli di sempre“ decidono di togliersi gli indumenti e restare a torso nudo. Mentre la partita in campo finisce con i padroni di casa che passano di un’incollatura, sugli spalti resta ancora un po’ di fiato e di voglia per ricordare i propri diffidati .

Sauro Subbiani