Un pezzo di Firenze se ne va, era nell’aria viste le condizioni fisiche e l’età non più verdissima ma resta un vuoto che lascia una persona per bene, una di quelle che è riuscita ad unire intere generazioni perché Narciso Parigi oltre a comporre l’inno della Fiorentina, aveva il viola nelle vene. Novantatré anni lascia Firenze e la Fiorentina ma non mancano gli attestati di stima, quelli del presidente Commisso e di tutta la dirigenza e quelli della Curva Fiesole che lo saluta con più di uno striscione, come a voler rimarcare con forza un legame che era inscindibile.

C’è poi la partita, l’arrivo degli ultras genoani in Toscana che per l’occasione si presentano con numeri non trascendentali, del resto il campionato dei Grifoni non è certamente all’altezza della loro fama e questo incide notevolmente sulle presenze. A ciò aggiungiamo una certa acredine tra la tifoseria e la dirigenza e la risposta del popolo genoano non può che essere questa. Come in altre occasioni, anche in questa mi capita di vedere come le assenze più rilevanti siano quelle dei semplici tifosi, probabilmente alimentate dalla possibilità di vedere la partita comodamente su una qualsiasi piattaforma e dalle immancabili diavolerie per poter accedere ad uno stadio: invece che colpire gli ultras com’era nei piani dei soliti noti, sono andati a colpire quella fascia di persone che vivevano e vivono la partita in maniera più distaccata o almeno disincantata. Se il progetto è quello di riportare le famiglie allo stadio, si può ben dire che si sta andando in direzione contraria. Ora, è pur vero che a questo progetto non crede neanche chi l’ha sbandierato ai quattro venti, le famiglie allo stadio non vanno non certo per paura della violenza ma principalmente per una questione economica, è notizia di questi giorni che per un Napoli – Barcellona di curva bisogna spendere settanta euro, un vero ladrocinio per le tasche degli sportivi partenopei. Questo è un eccesso ma anche nelle partite del nostro campionato di serie A ci siamo trovati davanti a situazioni che fanno rabbrividire, settori ospiti dove un biglietto supera i sessanta euro (cfr Lecce-Inter…), aggiungiamo pure la prevendita ed il conto è fin troppo semplice: accedere in uno stadio spesso è letale per le tasche degli italiani.

La Brigata Speloncia espone uno striscione rivolto alla squadra, “Onorate la maglia”, che è diventato un mantra non solo della tifoseria genoana ma delle tifoserie dello Stivale tutte, anche se in casa Genoa bisogna pur ammettere che alcuni mercati estivi e di riparazione hanno fatto storcere il naso non solo agli ultras ma anche ai tifosi più pacati. Per il resto i grifoni si danno da fare, cori battimani, una sciarpata ed un bello striscioni rivolto ai gemellati anconetani sono le armi messe in mostra all’Artemio Franchi.

Tra le due tifoserie vola qualche sfottò, la rivalità è annoverabile tra quelle storiche e giusto per proseguire nel solco tracciato, resta difficile soprassedere dal salutarsi in maniera poco amichevole. Sul terreno di gioco, un po’ a sorpresa, il Genoa rischia pure di vincere la partita, Criscito si fa parare un rigore ed al termine dei novanta minuti di gioco il migliore in campo risulta essere l’estremo difensore della squadra viola. Qualche mugugno tra i locali che sperano in un mercato di gennaio che possa portare qualche rinforzo.

Foto di Sauro Subbiani