L’ultima giornata di Serie A vede di fronte la Fiorentina contro la Juve e se la squadra bianconera ormai per questa stagione non ha più nulla da chiedere, capitolo totalmente diverso per i ragazzi allenati da Vincenzo Italiano ai quali, dopo la disfatta subita a Genova contro i blucerchiati, servono necessariamente tre punti per poter accedere ai preliminari di Conference League.

Il clima al Franchi è bello caldo, appena l’ex Vlahovic mette piede sul terreno di gioco viene sommerso da fischi e slogan di scherno. Manca ancora circa un’ora all’inizio della sfida e già lo stadio Toscano presenta un bel colpo d’occhio: alla fine saranno circa 35.000 gli spettatori presenti. Sfottò da ambo le parti con gli ospiti che invocano i propri beniamini sotto la Curva e salutano inoltre con tre striscioni Dybala, Morata e Chiellini prossimi a dare l’addio alla maglia bianconera. Consueta sciarpata in Curva Fiesole seguita dallo sventolio delle bandiere dei vari gruppi che animano questo settore e c’è da dire che questa volta la sciarpata, che è sempre un bel vedere, è ancora più massiccia del solito.

Il tifo viola si sente forte e chiaro, perentorio da sé senza il bisogno – come contro la Roma – dell’impianto stereo ad amplificarne la già ottima potenza. Sugli spalti è tutto un susseguirsi di treni e battimani, ora da una e ora dall’altra parte con cui si arriva alla fine dei primi quarantacinque minuti che vedono i Viola in vantaggio grazie al rigore messo a segno da Duncan, proprio allo scadere di questa prima frazione.

Nella ripresa, nel settore occupato dagli juventini vengono accese a più riprese torce e sventolate alcune bandierine tricolore proprio sopra lo striscione dei ragazzi di Milano che sullo stesso striscione del gruppo richiama i colori nazionali. In Fiesole vengono invece ricordati i diffidati mentre nel settore occupato da “Quelli di sempre “ il pensiero va, con uno striscione bello e toccante, a Daniele Puliti, per tutti “Tucano”, ultras viola del Collettivo Autonomo scomparso prematuramente ben 24 anni fa. Uno striscione in lingua portoghese è quello con cui il Marasma celebra i ben vent’anni d’amicizia con il Directivo Ultras dello Sporting Lisbona come viene impropriamente chiamato in italiano o, per meglio dire e come piacerebbe a loro, Sporting Clube de Portugal.

Quando la partita sta per volgere al termine la Fiorentina raddoppia con Torreira su calcio di rigore che esulta con il gesto della mitraglia, emulando Gabriel Omar Batistuta, una vera istituzione da queste parti. Al triplice fischio i ragazzi allenati da mister Italiano festeggiano così l’Europa che mancava da ben sei anni e lo fanno indossando una maglietta con il volto del mai dimenticato Davide Astori. Ultimo fra i giocatori ospiti a lasciare il campo è Vlahovic che si ferma a salutare i suoi ex compagni di squadra mentre in Fiesole c’è ancora il tempo di una sciarpata con gli artefici di quest’annata in campo che si portano presso il settore caldo del tifo fiorentino a festeggiare e scambiare applausi con i tifosi.

Sauro Subbiani