Rivalità accesissima quella tra milanisti e fiorentini, nel passato non sono mancati episodi ben sopra le righe anche se ultimamente, complice una maturazione di tutto l’ambiente, non siamo più ai livelli di far west di un tempo. Eppure nella memoria dei vecchi ultras di entrambi gli schieramenti, quando si parla di questa partita, non si può non ricordare i fatti di San Siro del 1978, quando i viola ebbero l’ardita idea di sfidare i rivali proprio in casa loro e ne venne fuori uno scontro da paura con feriti da una parte e dall’altra anche se ad avere la peggio, vuoi anche per l’aspetto numerico impari, furono i viola che impararono la lezione e presero coscienza della propria forza. Anche nel libro autoprodotto “Dalla Fiesole con tutto il cuore” si menziona la trasferta di San Siro proponendola come spartiacque di un vissuto ultras che già germogliava in buona parte dell’Italia.

Se nel ’78 si parlava di una trasferta timbrata in una trentina di unità, oggi i milanisti a Firenze sono qualche migliaio e vanno ad occupare i due “formaggini” del settore ospite per una presenza chiassosa e colorata. A guidare il tifo di marca rossonera è ancora la Curva Sud con lo striscione che prende per intero la balconata, mentre un paio di bandieroni e tantissime due aste ci ricordano che il Milan è seguito ampiamente anche fuori i confini della Lombardia.

La Fiesole è il solito muro umano, quest’anno il sold out è pressoché costante ed infatti il colpo d’occhio della curva è veramente ottimo. Anche il tifo non è da meno, battimani e cori sono parecchio seguiti, si nota un cambio di passo evidente dovuto probabilmente all’uscita di scena dei fratelli Della Valle ma qualunque sia il motivo, la Fiesole in questa stagione non delude ed accompagna costantemente la squadra.

Da menzionare lo striscione esposto dagli ultras viola in onore dell’ex Pioli, oggi tecnico dei milanisti, che per anni ha calcato il manto erboso del Franchi con la maglia della Fiorentina. Storie d’altri tempi come quel giro fatto da Brigate e Fossa nel secondo anello per andare a salutare i rivali.

Foto di Sauro Subbiani