Un grande classico della serie A, un incontro tra due tifoserie che nella storia non sono mai riuscite a trovare un punto in comune, una certa vicinanza d’idee. La storia del resto parla da sé, sia sul libro autoprodotto dalla Curva Fiesole ormai diversi anni fa, sia dai ricordi di sponda giallorossa, le partite a Firenze della Roma sono sempre state accompagnate da episodi più o meno sopra le righe. E qui possiamo tranquillamente andare a scomodare i primi anni ’80 quando davvero la violenza la palpavi appena varcavi uno stadio, per di più con due tifoserie acerrime nemiche. Sembra che qualcuno si sia svegliato di soprassalto un bel giorno per inondarci di fantomatici scontri tra ultras e di una spirale di violenza inaudita che ha colpito improvvisamente i nostri stadi, infatti queste brave persone hanno fatto sì che ad un certo momento sia diventato obbligatorio un riammodernamento dei nostri impianti sportivi. Ed eccoci arrivare ad Italia ’90, il top degli sprechi, il massimo del clientelismo sfrenato, l’apice del marcio del binomio politica – sport nella nostra penisola. Stadi teoricamente perfetti, sicuri, belli esteticamente tanto che dopo una ventina d’anni siamo lì a criticare aspramente certe scelte illogiche. Illogiche per chi ragioni in termini di utilizzo di una struttura, meno illogiche per chi si è gonfiato il conto in banca grazie alle sovvenzioni arrivate in maniera sostanziosa ed indiscriminata.

Un’era fa si direbbe, ora i tempi sono cambiati, sono cambiati gli ultras ma inevitabilmente è cambiata anche la società, quello che non è cambiato è il poco feeling tra giallorossi e viola. Romanisti che confermano quanto di buono costruito in questi ultimi anni: a livello numerico sono una tifoseria che, pur con qualche inevitabile basso, resta una spanna sopra la media nazionale; ed infatti il settore ospite dello stadio Franchi recita un bel “Sold out”, quanti siano i romani e romanisti a spasso negli altri settori non mi è dato a sapere, ma ad occhio direi che sono veramente pochissimi.

Bello l’impatto visivo dei due settori riservati agli ospiti, peccato che la serata sia rovinata da un bell’acquazzone che rende tutto più difficile, sia sugli spalti sia sul campo. Con una presenza così corposa, coordinare il tifo non è affatto semplice, tra i due settori la comunicazione è in alcuni casi difficile e senza l’uso dei megafoni tutto diventa ancora più complicato. Come è facile immaginare, però, quando le due anime del tifo giallorosso riescono ad unirsi, il risultato è di quelli che lasciano il segno.

A livello canoro anche la Fiesole mostra più luci che ombre: la pioggia non ferma ultras e tifosi che spingono sull’acceleratore e mettono in mostra il loro repertorio. Qualche bandierone ad accompagnare i cori e qualche striscione usa e getta che viene esposto nelle varie zone della curva, accompagnano i cori che trovano largo consenso anche in quelle persone non prettamente ultras.

L’astio tra le due tifoserie è evidente, i cori offensivi si alzano senza fatica così come qualche sfottò che prende vita dopo che la Roma sul campo asfalta una Fiorentina effettivamente più debole.

Foto di Sauro Subbiani