Partita interessante se non altro per il recente vis a vis che si è consumato tra le due tifoserie. Restando alla dinamica dei fatti, il 15 settembre 2018 i doriani tornavano verso Genova dalla trasferta di Frosinone ed incontrarono alla stazione di servizio di Prenestina Est un gruppo di ultras viola. Dalle parole ai fatti il passo fu breve e come avviene in questi casi, non si sa mai fino a che punto il gioco valga la candela visto che le maglie della giustizia non hanno perso tempo a stringersi e naturalmente la Digos, visionati i filmati, ha proceduto alla solita sequela di perquisizioni e diffide.
Si dirà che lo scontro tra ultras va messo in preventivo, si può dire che fa parte delle tacite regole, ma bisogna prendere in considerazione la possibilità, secondo me piuttosto elevata, che in certi contesti i controlli, gli occhi indiscreti, le immancabili telecamere a circuito chiuso siano ai limiti dell’invadenza e le conseguenze prevedibili talmente aspre da trasformare un momento di “gloria”, dal punto di vista delle dinamiche ultras, ad un vero e proprio bagno di sangue in termini di diffide.
Questo perché la tecnologia aiuta le forze dell’ordine, il bisogno indotto di sicurezza dei cittadini comuni alimenta l’uso indiscriminato di telecamere sempre più performanti, perciò anche il riconoscimento di questa o quella persone risulta essere se non proprio facile, quanto meno non impossibile. Poi si sa come procede la giustizia in materia stadio, intanto ti diffido poi sta a te eventualmente portare le prove della tua estraneità ai fatti contestati, magari quando hai scontato la pena oppure quando sei quasi alla fine della stessa. Siamo una società continuamente messa sotto la lente d’ingrandimento e il propagarsi di fake news non fa altro che gettare benzina sul fuoco: sembra in alcuni casi di essere tornati agli anni di piombo ed invece si vive in una società dove le proteste di piazza son roba da educande, eppure tutti i santissimi giorni, aprendo un quotidiano o ascoltando un notiziario alla radio o alla televisione, sembra di vivere in una società estremamente violenta, quando la maggior parte delle azioni violente avvengono all’interno delle mura domestiche. Quando gli ultras coniarono lo slogan “Oggi per gli ultrà domani per tutta la città” confermarono di averci visto lungo.
Quest’oggi i Doriani si presentano a Firenze in circa quattrocento unità, numero da non disdegnare assolutamente ma se andiamo a scartabellare le presenze dei blucerchiati nel passato, possiamo notare il formaggino pieno in ogni ordine di posto e numeri più corposi. Le motivazioni di una crescente diminuzione degli spettatori negli stadi sono ormai note, anche se bisogna dire che ultimamente i dati sono in miglioramento, segno che c’è uno zoccolo duro che, indipendentemente da tutte le difficoltà in essere, ancora preferisce gustarsi una partita sui gradoni di uno stadio. Non c’è però da essere contenti o soddisfatti: senza essere pessimista, in vista ci sono altre diavolerie, non ultima quella di sponsorizzare ed incentivare l’uso di stadi di proprietà, un tranello che viene servito come la panacea di tutti i mali e dietro nasconde ulteriori restrizioni sugli ingressi in deroga a ogni logica di diritto.
Doriani che stasera offrono un bel tifo anche se si trovano davanti una Fiesole in grande spolvero che fin dalle prime battute della partita spinge letteralmente la squadra alla vittoria. Firenze ha voltato pagina dopo il cambio societario, sarà forse un’euforia passeggera ma per il momento i risultati sugli spalti sono davvero buoni. Sull’argomento sembra che le due tifoserie camminino sui medesimi binari in quanto anche l’ambiente doriano, e quando parlo di ambiente intendo sportivi, tifosi ed ultras, vorrebbe un cambio ai vertici della società e le recenti scritte ed i recenti comunicati congiunti del popolo blucerchiato sono esemplificativi di una frattura difficilmente rimarginabile con l’attuale proprietà. Attendiamo sviluppi, in un senso o nell’altro.
Foto di Sauro Subbiani