Nella lontana stagione 1995-1996 solo i rigori impedirono al Fiorenzuola di approdare nel campionato cadetto, una squadra costruita per salvarsi ma che riuscì a stupire tutti, sfiorando persino l’impresa. Dalla serie B all’inferno della serie D passarono pochi anni e solo a margine della stagione 2020-2021 gli emiliani sono riusciti a riconquistare un posto nei campionati professionistici. Nel frattempo il calcio è cambiato e molte squadre si sono passate la staffetta proprio come  il Piacenza: il Piacenza di Cagni e degli undici Italiani, che è passato dal palcoscenico del San Siro ai campi meno prestigiosi della terza serie. 

Al Pavesi di Fiorenzuola torna a disputarsi un derby inedito, tra l’altro non particolarmente sentito che infatti sugli spalti non ha regalato particolari emozioni. Sono presenti quasi duemila spettatori, con oltre 400 ospiti giunti dalla vicina Piacenza. Le due città distano poco più di 30 km e pertanto i tifosi biancorossi hanno pensato bene di organizzare la trasferta in auto, raggiungendo così la cittadina emiliana con una lunga carovana compatta. Gli anni della serie A sono un segno tangibile e il loro sarà un tifo efficace e soprattutto continuo. Si esibiranno in una discreta sciarpata ma soprattutto dedicheranno alcuni cori ai nemici storici di Cremona, rimarcando, se mai ce ne fosse bisogno, che il match contro il Fiorenzuola non è in cima alla lista dei loro pensieri. La partita si disputa a pochi giorni dall’anniversario della tragica morte di Gabriele Sandri e questo spinge i piacentini a ricordare con svariati cori l’ultras laziale. Il pareggio finale soddisfa più gli ospiti che, grazie ad un gol nel finale, guadagnano un punto insperato.

I tifosi di casa si presentano abbastanza numerosi ma incapaci di offrire una qualsiasi forma di sostegno sia in termini di voce che di calore; sembrano lontani i tempi dello storico gruppo dei Rusty Nails, gruppo che nel proprio piccolo si era riuscito a ritagliare uno spazio nel variegato mondo ultras Emiliano, area dove all’epoca della loro fondazione, molti club si alternavano tra serie A e serie B (Cremonese, Reggiana, Parma e appunto Piacenza per citare solo alcuni esempi) e dove di conseguenza creare un proprio seguito era difficile. Il pareggio finale delude il numeroso pubblico ma lascia intatte le speranze di raggiungere una tranquilla salvezza.

Giovanni Padovani