Non è una semplice partita di calcio. Chi mastica pallone ormai sa riconoscere quello che è definito “evento” e questo incontro ha tutti i titoli per potersi definire “partita dell’anno”. Il motivo è molto semplice, questa gara è un crocevia per trasformare un’annata non del tutto positiva in una stagione da incorniciare, basta arrivare al novantesimo con la qualificazione in tasca per poi tenere alta la concentrazione nell’eventuale semifinale. Ma come in tutte le grandi competizioni bisogna scalare la montagna a gradini, perciò per la Fiorentina e per la sua gente è fondamentale vincere, o anche pareggiare a reti inviolate, per assicurarsi il passaggio del turno.

Partita di gala e città che risponde alla grande: già diverse ore prima del fischio d’inizio del direttore di gara, le strade intorno al Franchi cominciano a brulicare di personaggi con sciarpe e bandiere viola. Grande attesa per la Curva Fiesole, dietro di essa si notano dei bei gruppi di persone, tanto che al momento dell’apertura dei cancelli, la fila è già parecchio lunga e scomposta.

Di ospiti in giro se ne vedono pochi, qualche decina di persone sciarpe al collo si muovono nei dintorni del settore ospite, ma il tutto avviene nella più assoluta calma e tranquillità. A ben vedere, tra i tifosi della Dinamo non mi pare che in questa fase ci siano personaggi che possano infastidire gli ultras viola: a cercare qualcosa da mangiare e da bere ci sono per lo più semplici tifosi che non cercano e non procurano noie.

Ambiente carico al punto giusto e colpo d’occhio dell’Artemio Franchi di tutto rispetto, con i gradoni che si animano di qualcosa meno delle trentamila persone, numeri di tutto rispetto anche se facilmente preventivabili vista la posta in palio.

Ad inizio partita immancabile sciarpata in Curva Fiesole, accompagnata dall’uso dei tanti bandieroni distribuiti nella parte bassa. Come al solito, spettacolo semplice ma pur sempre efficace: il colore non manca come non manca il ricordo che la curva tributa ad un proprio ultras tramite uno striscione esposto a centro settore.

Gli ucraini hanno a loro disposizione due settori, ma in definitiva poteva essere tranquillamente aperto solo il vecchio “formaggino” in quanto le presenze non sono trascendentali, del resto l’Ucraina non è proprio dietro l’angolo ed anche se qualcuno dei presenti è residente in Italia, il resto della truppa si è dovuto sorbire un viaggio di non poco conto. Gli ospiti risultano divisi in due settori, gli ultras sistemano alla balaustra qualche pezza ed accolgono le squadre con una sciarpata, mentre nell’altro settore il colore è limitato ad una grossa bandiera con i colori nazionali, orgogliosamente tenuta in mano per tutta la partita.

Gli ultras sistematisi nella parte bassa del settore provano a farsi sentire, ma questa sera è difficile tener testa ad una Fiesole in gran spolvero. Gli ucraini provano qualche coro, si affidano generalmente a dei battimani, ma non tutti i presenti hanno la volontà o la perseveranza per sostenere la squadra in maniera continua e sistematica. Così si assiste ad un tifo che viaggia a sprazzi, qualche bel coro ma anche silenzi piuttosto prolungati, rotti magari da quel manipolo di irriducibili che vorrebbero lasciare la propria impronta in una serata sicuramente importante. A livello di colore offrono poco, a parte la sciarpata di inizio partita, si limitano ad esporre qualche bandiera nazionale. Provano a farsi sentire ottenendo i risultati che possono ottenere. Diciamo che sicuramente chi era in Curva Ferrovia ha potuto sentire abbastanza chiaramente i cori degli ucraini, dubito fortemente però che in Fiesole sia giunto un coro proveniente dal settore ospite.

Curva Fiesole che in queste serata sa tirar fuori dal cilindro se non prestazioni super, sicuramente prestazioni sopra la media, visto che il tifo ha pochi cedimenti e viene tenuto alto dal primo all’ultimo minuto, con qualche picco che merita menzione, così come il colore offerto dalle tante bandiere fatte sventolare.

L’ottima prestazione degli ultras viola può essere favorita dalla prestazione della squadra, che già nei primi minuti chiude l’avversario nella propria metà campo dando l’idea di poter sbranare la preda in più di una circostanza. Ed in effetti la Fiorentina passa presto in vantaggio ma chiude il primo tempo avanti solamente di una rete, poca cosa per il dominio incontrastato che ha manifestato.

Con una squadra del genere la curva fa la propria parte in tutto e per tutto: cori continui ed incisivi, bandiere sempre al vento ed una buona partecipazione. Forse quest’ultimo è il piccolo neo che si riscontra, ma gestire una curva con dei numeri del genere non è certo facile. Un tempo veniva usato l’impianto audio, oggi le cose sono sensibilmente cambiate. Ciò che non è cambiato è l’attaccamento del popolo viola alla squadra ed alla città.

Anche nel secondo tempo la musica non cambia, il tifo si assesta su livelli discreti, offrendo una continuità disarmante. Tutti i cori sono diretti alla squadra, nessuna divagazione, il risultato questa sera viene prima di tutto e lo si capisce dal boato che segue il secondo gol segnato da Vargas. Il gol della sicurezza dopo qualche minuto di relativa pericolosità da parte degli ospiti.

La Fiorentina vola in semifinale, parte la festa della Curva Fiesole e di Firenze.

Valerio Poli.