Siamo appena a dicembre ma già si inizia a tirare le prime conclusioni, a imprimere i primi giudizi, in barba a tutto quello che viene detto e scritto in estate. Largo ai giovani, partiamo a fari spenti, massima fiducia nel gruppo e poi, come succede troppo spesso in Italia, alle prime difficoltà ecco che partono i primi processi ed immancabilmente a salire sul banco degli imputati sono gli allenatori.

Del calcio giocato non ci interessa granché, ma è pur vero che questa sera si affrontano all’Armando Picchi di Livorno due formazioni che per motivi diversi sono apertamente in difficoltà: per la Salernitana fa testo una classifica non certo rosea, il Livorno probabilmente paga le troppe aspettative dopo le prime quattro vittorie su quattro partite in campionato.

Così anche le tifoserie sono sul sentiero di guerra ed il centinaio di salernitani presenti nel settore ospite, cominciano subito a chiedere alla squadra un maggior impegno. Il coro “Meritiamo di più” viene intonato diverse volte e nel prepartita si assiste ad un richiamo all’ordine da parte degli ultras granata, che intendono catechizzare a dovere la squadra.

La curva di casa si presenta con qualche vuoto di troppo, ma con il solito gruppo di irriducibili che si sistema a centro settore per sostenere anche in questa serata una squadra che ha perso lo smalto di inizio campionato.

Salernitani che si compattano in modo egregio, il gruppo è formato quasi completamente da ultras, perciò il tifo è caloroso e compatto. Dopo i cori per la squadra, i granata mettono le cose in chiaro con la tifoseria avversaria, si alzano 3-4 cori offensivi che vanno ad alimentare una rivalità magari non sentitissima ma comunque esistente.

I granata offrono un bel tifo, pochissime pause e mai troppo prolungate, cori tenuti sempre alti che spesso durano diversi minuti. Dopo aver chiesto alla squadra una prestazione di carattere, il loro tifo è decisamente propositivo ed infatti incitano senza sosta gli undici in campo, non risparmiandosi qualche coro per la città. Non malissimo neppure a livello di colore, qualche bandiera a due aste di pregevole fattura viene alzata di tanto in tanto, mentre le bandierine offrono un altro bel tocco di colore. Il pezzo pregiato è comunque l’apporto canoro, il gruppo non si sfalda assolutamente e tiene botta per tutta la gara, facendosi apprezzare per continuità.

La curva di casa non fa mancare il proprio apporto, schierandosi apertamente per il sostegno ad oltranza anche quando da alcuni settori dello stadio si alza qualche fischio che reputo ingeneroso. Gli ultras cercano di coinvolgere il restante settore ed in alcune occasioni questo riesce. Se a livello di colore a parte qualche bandiera c’è poco da segnalare, anche per i livornesi l’apporto canoro è decisamente più che sufficiente, considerando il clima di sottile contestazione di inizio partita.

Nonostante la squadra soprattutto nella ripresa cerchi la rete della vittoria, il gol non arriva e così si passa da qualche mugugno ai cori di contestazione verso il presidente Spinelli. Questa sera la Nord sembra compatta nella contestazione, i cori dettati dagli ultras vengono ripresi da gran parte della curva mentre negli altri settori c’è il silenzio totale.

Qualche coro offensivo verso i salernitani si alza pure dalla Nord livornese, sembra più un atto dovuto dopo le offese di inizio partita che un sentimento spontaneo, ma tant’è, la rivalità c’è e va alimentata.

Il pareggio sorride agli ospiti che fanno festa con la squadra e mentre lo stadio si svuota lentamente, loro continuano a cantare come si stesse sempre giocando. Onore a loro che si son presentati in Toscana con buoni numeri in un giorno lavorativo (mercoledì) ad un orario insolito (18:30). Certe battaglie appartengono al passato ma ogni tanto va ricordato che il calcio sarebbe uno spettacolo per la gente, famiglie e non che siano. Sarebbe ma non lo è. A questi orari, in questi giorni, più di una persona ha altro da fare, tanto poi la colpa è di una torcia accesa.

Valerio Poli.