Per la 24ª giornata del campionato di Serie C, lo “Zaccheria” di Foggia è teatro del match tra i Satanelli di casa e le Streghe beneventane. È passato del tempo da quel maledetto “13 ottobre 2024”, data dirimente impressa anche in una pezza degli ultras, ma il ricordo dei ragazzi scomparsi nel maledetto incidente stradale di ritorno da Potenza è ancora vivo. Lo è al punto che persino gli ultras beneventani decidono di recarsi ugualmente a Foggia nonostante la trasferta vietata e dopo una visita al cimitero, per portare un saluto e dei fiori sulle tombe dei quattro sfortunati ragazzi, lasciano anche mazzi di fiori all’interno dello stadio, sotto la pezza per gli ultras assenti, per poi lasciare uno striscione nel settore vuoto con cui ribadire il loro cordoglio. Gesti che trasudano umanità e che amplificati dai gradoni desolatamente vuoti, restituiscono anche il più impietoso ritratto della stupidità e della disumanità di chi aveva disposto non solo tale divieto ma persino negato il minuto di silenzio per Gaetano, Michele, Samuel e Samuele. Poi ovviamente i cattivi sono gli ultras…

È dunque e ancora una volta la partita del ricordo ma è anche, o forse soprattutto, la partita della contestazione contro l’attuale proprietà. In tal senso, la Curva Sud espone per tutta la partita uno striscione molto diretto: “La tua incompetenza ormai è palese. Vattene via sporco barese”; mentre la Nord, punta su un più semplice e diretto: “Canonico vattene”; rincarando poi la dose con un secondo striscione aperto a mano con cui chiedono allo stesso presidente: “Onora gli impegni, rispetta la gente, sparisci per sempre, lurido presidente”.

Per il resto, la Nord e la Sud si dimostrano in grande forma, c’è massima collaborazione nel sostenere la squadra e il tifo ne risente ovviamente in positivo. La Curva Nord espone anche uno striscione per ricordare due amici che sono rientrati dal daspo, mentre da ambo le parti si leva un messaggio per salutare per l’ultima volta “Ciungo” e il rivale salernitano “Jigen”, ennesima dimostrazione che oltre le differenze di colore resta sempre un ideale che accomuna. Ultimo ma non certamente per importanza, uno striscione contro il daspo fuori contesto.

La partita in campo è molto vibrante e termina con un pareggio che, per quanto stretto o persino importante al cospetto di una delle favorite alla vittoria finale, non lenisce però il malumore di una tifoseria costretta ad un’altra stagione di sofferenza.

Pier Paolo Sacco