È la prima volta che metto piede al Pino Zaccheria e onestamente, già prima di partire avvertivo una certa emozione nel calcare questo storico stadio dove si sono scritte pagine importanti della storia del calcio nostrano e, nondimeno, della storia del tifo.

Arrivato a Foggia i primi tifosi si affollano già al bar dello stadio e levano i primi cori. Quando entro in campo si nota già una sparuta rappresentanza ospite che cresce a vista d’occhio attestandosi su un dato definitivo che non è affatto male.

Quando i giocatori si apprestano ad entrare in campo, con essi anche i tifosi sugli spalti si dimostrano pronti a dare il proprio contributo allo spettacolo. Gran bella coreografia da parte dei cerignolani che, in circa 300 unità, colorano la curva di giallo, blu e bianco mentre i foggiani sono di ben altro umore e si limitano a due striscioni contro squadra, allenatore e società.

Verso metà del secondo tempo, tensioni fra tifosi cerignolani e foggiani, tempestivamente arginate dall’intervento della Celere che tenta di placare immediatamente gli animi.

Subito dopo però partono i primi fumogeni all’indirizzo della curva ospite che i cerignolani rispediscono al mittente, ma l’arrivo degli uomini della questura risolve con l’impiego evidente ed invadente delle telecamere che fungono da deterrente immediato a fronte dello spauracchio di pesanti conseguenze penali mentre ogni velleità di ulteriore confronto fra tifosi si era reso di fatto nulla.

In campo la partita finisce 2-1 per i rossoneri di casa, fuori si accenna una sassaiola ma finisce tutto lì ma non per il giudice sportivo che, oltre all’ammenda per i padroni di casa, ne dispone le porte chiuse in vista del prossimo impegno casalingo contro Brindisi.

Davide Gallo