Foggia-Fasano, uno scontro tra nobili decadute. Partita dal fascino indiscutibile, anche sugli spalti, dove si trovano di fronte due tra le tifoserie più blasonate del campionato di serie D in una cornice composta da circa 8.000 spettatori, numeri strabilianti per la categoria.

Purtroppo nell’indifferenza generale di stampa e addetti lavori, continua la protesta pacifica delle due Curve, Nord e Sud, di Foggia dopo i fatti di Nocera e la paradossale conseguenza della chiusura del club Vecchio Regime con l’accusa di apologia nazifscista che ha mandato in frantumi un ventennio di storia e aggregazione.

Simbolicamente le due curve dunque, proseguono nel silenzio, un silenzio interrotto solo da qualche coro partito contro Fasano, ma nulla di più. Fa veramente sensazione vedere le curve così piene ma prive di colori ed emozioni, ma le giuste cause hanno bisogno di essere perseguite con azioni forti.  

I Fasanesi danno vigore, con la loro presenza, ad una gara del tifo che senza le curve di casa attive non avrebbe avuto senso. Si presentano ed entrano in blocco, con lo storico striscione degli “Allentati” e le varie pezze a far da contorno, compresa quella della “Fasano Ultras”, gruppo che insieme a quello principale porta avanti il discorso ultras nel centro incastonato all’incrocio fra le province di Bari, Brindisi e Taranto.  

Posizionati nel tradizionale settore, ad occhio li si può stimare in oltre una settantina, compatti e autori di un tifo buono per tutta la partita. Raramente calano d’intensità, le pause ci sono, come è logico che sia, ma globalmente parlando, la loro resta una prova canora sopra le righe.

Esposto dagli ospiti anche uno striscione per i 100 anni del Campobasso e nel ricordo di Simon, ultras del Parma da poco scomparso. Realizzano una sciarpata bella e fitta, ad impreziosire l’apporto cromatico dei bandieroni sempre al vento. Indubbiamente una bella prova, anche se ovviamente amplificata dal silenzio assordante dello Zaccheria.

Massimo D’Innocenzi