Foggia-Gelbison si gioca alle 17.30 e l’orario mi permette di organizzare alla meglio la domenica, affrontando il viaggio addirittura dopo essermi permesso il lusso del classico pranzo domenicale, che proprio causa partite non mi concedevo da parecchio. Ad accogliermi alla stazione tantissimo freddo e vento, il viaggio invece scorre piacevolmente, tra una stazione e l’altra, cullato dal rumore piacevole del treno e da poca gente negli scompartimenti, fino a Barletta dove mi raggiunge l’altro instancabile viaggiatore Vincenzo e tra una chiacchiera e l’altra arriviamo a destinazione in perfetto orario. Ad accoglierci lo stesso vento e freddo lasciato alla partenza che, dopo la consueta visita alla stazione, esorcizziamo mettendoci in cammino direzione stadio.
La città, come nelle più classiche domeniche pomeriggio invernali, si muove a rilento. Rompe la pigra routine giusto qualcuno che, sciarpa rossonera al collo, si accinge come noi a raggiungere lo Zaccheria.
Dopo aver ammirato e immortalato qualche bel murales attorno allo stadio, giriamo nei suoi paraggi per gustarci quest’altro bel patrimonio del calcio italiano, incastonato perfettamente nelle vie cittadine che sembrano promanare odore di epica sportiva e ultras. Mentre Curva Nord e Curva Sud si popolano a ridosso del calcio d’inizio, quando mancano quindici minuti prendiamo anche noi posto.
Prima metà di gara sotto la Sud e come prevedibile, il loro incitamento è bello, rumoroso, colorato da tanti bandieroni al vento. Non manca la pirotecnica che, grazie ad alcune torce, regala ulteriore enfasi alla Sud. Di fronte la Curva Nord appare altrettanto gremita e compatta. Indubbiamente di grande impatto i cori a ripetere delle due curve, unico momento di coordinamento tra i due settori. Per il resto l’incitamento appare sempre costante da ambo le parti.
Il secondo tempo ci spostiamo presso la Curva Nord, riusciamo nel mentre ad immortalare l’esultanza al gol e la presenza di uno sparuto gruppo arrivato per sostenere la squadra ospite. Anche il loro tifo è abbastanza costante, seppur ovviamente sia impossibile per loro farsi sentire, al cospetto delle due curve di casa in buona forma. Un plauso comunque a questi ragazzi, che preferiscono sostenere la propria città alle tante alternative, anche calcistiche, che l’epoca attuale offre.
Sotto la Nord si ripete lo stesso copione del primo tempo: coro a ripetere coordinato tra le due curve e bel tifo anche per loro, con diverse torce accese e sostegno continuo alla propria squadra, nel tentativo di spingerla a quei tre punti che poi invece non arriveranno. Foggia indubbiamente, come tifoseria, merita di più. Curva Sud e Curva Nord, anche in questa partita dal minor richiamo, dove la più ampia presenza non sembrava così scontata, hanno dato vita a una prova sicuramente interessante dal punto di vista tanto canoro quanto del numero.
Dopo tantissimo freddo preso, prima di andarcene, non soddisfatti guadagniamo la tribuna per ammirare lo splendore dello Zaccheria vuoto, incuranti del treno in partenza dopo mezzora. Ci involiamo quindi verso la stazione, attardandoci di nuovo a vedere e fotografare murales già visti e fotografati, come se il treno ci potesse aspettare in eterno. Arriviamo in stazione a un soffio dalla partenza del Regionale, non senza affanni ma allo stesso tempo non senza soddisfazione per quel che sugli spalti abbiamo visto.
Massimo D’Innocenzi