Scrutando il calendario di calcio di serie B, il match tra Foggia e Hellas Verona è sicuramente uno dei più affascinanti sul piano ultras e le attese per fortuna non andranno deluse.

Allo Zaccheria di Foggia non si respira un clima disteso: la tifoseria rossonera, a causa dei deludenti risultati, è sul piede di guerra. La classifica langue, ma soprattutto la dirigenza, durante la sessione estiva di calciomercato, ha promesso a più riprese di festeggiare il centenario in serie A (il Foggia è stato fondato nel lontano 1920).

Si gioca alle 12:30 e nonostante l’orario poco adeguato alle esigenze del tifoso, lo stadio pugliese presenta un bel colpo d’occhio: sono infatti oltre 11 mila gli spettatori presenti per questo importante match.

Fa il suo esordio sulla panchina il foggiano doc Pasquale Padalino, granitico difensore del Foggia dei miracoli di Zeman, nonché allenatore dei satanelli nelle stagioni 2012-2013 e 2013-2014. Lo speaker punta proprio sul senso di appartenenza del mister per invitare tutto lo stadio a deporre l’ascia di guerra e sostenere i rossoneri in questo delicato match (nelle sere precedenti alla partita alcune auto di calciatori foggiani erano state oggetto di atti vandalici).

Gli undici in campo fanno il loro ingresso ed entrambe le curve, in totale simbiosi, assistono alla partita in religioso silenzio, interrotto solo quando fanno il loro ingresso nel settore ospiti i circa 300 veronesi. Dopo dieci minuti inizia il tifo dei rossoneri, nel frattempo nella nord foggiana è stato srotolato lo striscione “Basta giustificazioni, fuori le palle”.

Nella curva sud di Foggia sventola il bandierone del gruppo “Skizzato”, sigla storica del tifo foggiano che fino alla passata stagione sosteneva i satanelli dalla tribuna scoperta. Lo Zaccheria è un vero catino, come pochi se ne vedono in giro, e tutto lo stadio partecipa al tifo, infatti ad ogni tocco di palla degli avversari partono bordate di fischi, mentre i cori rivolti ai dirimpettai spesso vedono la partecipazione dell’intero impianto.

All’inizio del secondo tempo, con il Foggia in svantaggio, nella sud viene srotolato lo striscione “Foggia merita rispetto”. La delusione per il risultato non scoraggia i Satanelli che acciuffano il pareggio e sfiorano persino la vittoria.

Da segnalare l’esposizione nella sud rossonera dello striscione “Gramellini sciogli sto cazzo”. Nei giorni seguenti alla morte del tifoso varesino Belardinelli, i giornalisti italiani, opinionisti di professione, si sono prodigati nell’esporre tesi e soluzioni al problema della violenza degli stadi. I più audaci, tra cui Gramellini appunto, hanno consigliato di procedere per decreto legge: peccato che parlando di entità prive di personalità giuridica lo strumento in questione, il decreto legge, è inadeguato.

Gli ospiti quest’oggi offrono una prova maiuscola, sia sul piano numerico che sotto l’aspetto prettamente qualitativo. Sono circa 300 i butei scesi a Foggia e appena varcati i cancelli del settore ospiti partono con i soliti cori contro il sud e gli avversari. Dopo gli insulti si dedicheranno alla propria squadra che riuscirà a portarsi in vantaggio due volte, ma verrà prontamente raggiunta dai padroni di casa. Nel loro classico repertorio i veronesi rispondono ironicamente agli insulti che provengono da tutto lo stadio, partecipando anche loro al “chi non salta è veronese”.

Il tifo quest’oggi, da ambo le parti, è stato ottimo: bandieroni in continuo movimento, rullo di tamburi, petardi e fumogeni che di questi tempi sono diventati quasi una rarità. Sul fronte dell’ordine pubblico nulla da segnalare, il forte dispiegamento di forze dell’ordine ha impedito qualsiasi tentativo di contatto tra le opposte tifoserie.

Testo di Massimo D’Innocenzi.
Foto di Pier Paolo Sacco.