Nei pressi del “Pino Zaccheria” di Foggia è apparso, a firma “Ciurma”, uno dei gruppi della Curva Nord, uno striscione di per sé sufficientemente eloquente e che, al di là della rivendicazione singola, chiunque sano di mente sottoscriverebbe: “No al caro prezzi sempre. Il calcio è della gente”. Scritto in nero con un tocco di rosso a sottolinearne i punti di forza.

La notizia in queste ore sta rimbalzando di bocca in bocca. L’ondata d’indignazione è uniforme ed alta, ovunque tranne sui media principali, che ovviamente si preoccupano solo di assecondare i loro referenti “istituzionali” (leggasi Società di calcio ed organi politici del calcio stesso), con i quali formano una sorta di “classe sociale” a controllo dei Paria, nel caso specifico i tifosi.

Normalmente a Foggia un biglietto non è mai costato uno sproposito. Settore ospiti a 15 € e curve di casa a 10 €. Tutto sommato non è quella che si definirebbe una politica di prezzi aggressiva, anche considerata la stagione di vertice della compagine rossonera. Suona giusto un tantino stridulo quella 5 € in più a cui sono sottoposti i tifosi della Curva Ospiti. Per Foggia-Matera però s’è andati ben oltre.

Facciamo un passo indietro. La gara fra Foggia e Matera viene posticipata dalla Lega al lunedì. Anche qua si potrebbe aprire un capitolo a parte sull’assurdo “spezzatino” a favore di Sportube, il canale streaming della Lega stessa, che per “diversificare” e meglio “vendere” il proprio prodotto, lo sminuzza e lo distribuisce a copertura del più ampio arco temporale possibile. Il delirio, ma vabbè, non è questo il punto.

Vista la partita in un giorno lavorativo, il Foggia Calcio chiede lo spostamento della gara alle 20:30 per favorire l’afflusso dei suoi tifosi allo stadio ed avvantaggiarsene così sia in termini puramente economici, ma anche di sostegno psicologico, grazie ad un tifo ipoteticamente più numeroso e caloroso. Il Matera ha risposto picche a questa richiesta per cui, d’ufficio, la gara si giocherà all’orario stabilito dalla Lega Pro, ossia le 18.

Questa, secondo i più, per quanto nessuno dai due sodalizi si sia ancora ufficialmente esposto o espresso, è la scintilla che ha dato il via ad un rinfocolare di ripicche trasversali tra le due società. Sulla veridicità o meno di questi “rumors” non è ovviamente dato sapere, ma è certo che il biglietto per i materani che intenderanno seguire la propria squadra in trasferta costerà ben 30 €. A cui poi vanno aggiunti i soliti odiosi diritti di prevendita per foraggiare la pletora di porci delle società di ticketing: praticamente i bagarini autorizzati.

In una perversa vendetta incrociata, i 30 € sarebbero una risposta al rialzo per i 20 che sono stati fatti pagare all’andata, ai tifosi foggiani in trasferta a Matera. Non osiamo nemmeno immaginare dove possa arrivare questa spirale di follia se, alla prima occasione utile, il Matera dovesse rilanciare ancora la posta.

Tutto questo in barba al comune ricordo legato al compianto portiere Franco Mancini (che a Matera ci è nato e cresciuto calcisticamente e che a Foggia s’è affermato), a cui sono dedicati due settori dei rispettivi stadi e nel cui nome anche le tifoserie si sono sempre interfacciate con forte rispetto reciproco; ogni incontro fra Foggia e Matera è stato una festa spontanea e popolare, proprio com’è nella natura del calcio e dei suoi tifosi, all’insegna del ricordo di Mancini. Il calcio dal basso esprime partecipazione, quello dall’alto la mortifica e poi i giornalisti vengono pure a raccontarci che la colpa degli stadi vuoti è dei tifosi.

A margine, ultima postilla burocratica, di cui ovviamente tutte le società calcistiche se ne fregano bellamente da tempo (sempre ammesso che lo sappiano), vuoi anche perché la stessa UEFA che legifera in merito lascia che rimanga chiacchiera vacua: “Unless the associations or clubs concerned agree otherwise, the price of tickets for supporters of the visiting team must not exceed the price paid for tickets of a
comparable category that are sold to supporters of the home team”; questo è quanto sostiene la succitata UEFA nel suo “Safety and Security Regulations” al Capitolo 2, articolo 19 intitolato “Ticket quotas and prices”.

Per chi non masticasse troppo d’inglese la sostanza è molto semplice: ai tifosi ospiti deve essere garantito lo stesso prezzo pagato dai tifosi di casa per il corrispettivo settore. Per gli analfabeti funzionali: se una curva locale costa 10 €, altrettanto deve costare la curva ospiti. Repetita iuvant: lo dice la UEFA.

Al netto del burocratese tanto pomposo quanto inutile, lode al merito di questo striscione: la guerra al caro prezzi non deve essere una guerra di singola parte o fra poveri, non deve essere una battaglia che faccia specie fra amici o nemici, ma deve essere una battaglia che, come tutte le battaglie di “civiltà” (se possiamo abusare di questo termine in ambito sportivo e di curva…), va cavalcata a priori foss’anche solo per la dannata questione di principio. Chi non ha tempo per la guerra al calcio moderno può tranquillamente e liberamente delegare, ci mancherebbe altro; occhio però che una volta delegato, sindacare su come, chi, dove e quando lo sta facendo al posto tuo, ti riduce alla stregua del ridicolo “umarello” che supervisiona i lavori ai bordi dei cantieri delle nostre città.

Matteo Falcone.

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