Si gioca di mercoledì la sedicesima gara del girone C di Serie C in cui il Foggia, affrontando fra le mura amiche un Messina in disarmo, ha la più ghiotta delle opportunità per dare un minimo di slancio alla propria classifica e una schiarita almeno momentanea anche a livello ambientale, in una stagione comunque dalle molte ombre. Il pubblico risponde inevitabilmente meno del solito dato il turno infrasettimanale, il colpo d’occhio non è certo quello a cui questa piazza ci ha abituato negli ultimi anni, in cui si è segnalata fra le più in forma d’Italia, con diversi vuoti un po’ dappertutto. Quello che conta però è che le due curve abbiano risposto sempre presente, certo anche loro con più di qualche defezione numerica, sia per la partita in un giorno lavorativo che le penalizza tanto quanto gli altri, sia soprattutto per la nuova ondata di daspo successiva ai fatti verificatisi nella gara contro l’Avellino.
Nella logica del beduino, i 58 messinesi amici del mio nemico Avellinese di cui sopra, vengono accolti al loro arrivo allo “Zaccheria” da una salva di fischi. Bella presenza per loro considerando oltre alle già menzionate difficoltà logistiche, ancora più afflittive per chi parte dalla Sicilia, anche il deludente campionato della squadra peloritana. Anche quella vista quest’oggi in campo non fa che confermare la sensazione che l’ultimo posto in graduatoria sia tutt’altro che figlio della sfortuna e che riuscire a salvare le ossa in questa stagione sarà a dir poco difficile. Per tali ragioni, ma non solo, la rappresentanza messinese si raccoglie dietro il solito striscione “Sciotto vattene” e ad altre pezze tra cui una dedicata al mai dimenticato Tonino Currò. Penalizzante, almeno a livello d’impatto, la scelta (se scelta effettivamente ne hanno avuta…) di piazzarsi nell’anello inferiore del settore ospiti. L’unico momento di vicinanza fra le due tifoserie infine, si registra allorquando i giallorossi espongono uno striscione di vicinanza a Claudio, pompiere e tifoso del Foggia per il quale in tanti, nel mondo ultras, si sono attivati. Immancabili e spontanei gli applausi di tutto lo stadio ai quali poi sono seguiti altri cori contro, giusto per rimarcare la distanza fra l’apprezzata solidarietà e la pur sempre sacra rivalità.
I foggiani riescono a coagulare due bei quadrati nei due settori caldi del tifo e dare sfoggio del solito tifo asciutto stilisticamente, pulito, potente, lineare. Tanti i battimani a restituire forza all’impatto scenico, i bandieroni sempre presenti e sempre al vento per dare ulteriore movimento e colore. I numeri vanno e vengono ma la qualità resta immutata e immutabile.
In campo, come da facile pronostico seppur non proprio in scioltezza, la spunta il Foggia che supera di misura gli ospiti grazie ad un goal di Petermann al 71esimo. Rossoneri dunque che si accostano alla zona playoff, che sarebbe il minimo sindacale per una piazza del genere, e Messina sempre tristemente ultimo, troppo poco invece per una piazza del genere, per rimanere su questi termini di valutazione.
Foto di Pier Paolo Sacco e Paolo Furrer
Testo a cura della redazione
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