Sabato 17 maggio 2025, allo stadio Zaccheria di Foggia va in scena l’atto finale di questo folle campionato di Serie C, con la partita di ritorno dei playout tra i Satanelli di casa e il Messina dopo lo 0-0 dell’andata. Giunto alla fine di un campionato sicuramente condizionato dall’esclusione del Taranto e della Turris, che ha visto, al termine della regular season, la disputa di un solo playout nel girone C della Serie C e non è detto che vincerlo basti, dato che entrambe le compagini hanno seri problemi economici.

Ma oggi è anche il giorno del ritorno allo stadio di Matteo, l’unico dei ragazzi sopravvissuti a quel tragico incidente dell’ottobre scorso, al ritorno dalla trasferta di Potenza. Una giornata commovente ed emozionante, durante la quale tutto lo stadio ha applaudito e gridato a gran voce il suo nome, mentre lui compiva il giro di campo nel tentativo di ricambiare la vicinanza e il grandissimo affetto, cercando di dimostrare a sua volta, e per quanto possibile, tutta la sua gratitudine.

Sugli spalti presenti 6.103 spettatori secondo i dati ufficiali. Nessun gruppo organizzato è arrivato da Messina, poiché, ancora una volta, in un malsano principio di reciprocità, dopo la trasferta vietata ai foggiani in Sicilia, stesso scenario è stato sottoposto ai messinesi. O forse siamo noi petulanti quando dovremmo ormai rassegnarci: il calcio con due tifoserie coinvolte è un ricordo che appartiene sempre più al passato, vista questa vergognosa stagione di continui divieti. Poco importa se una gara di tale importanza finisce così per perdere contesto, pathos, lo stesso elemento primario che le rende appunto importanti oltre la mera classifica. Un domani resteranno soli e non avranno più nessun divieto a cui appellarsi per salvarsi dal vero cancro del calcio, che non sono gli ultras, non è la pirateria, ma la sciatta e avida gestione di questo sport i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti, vedasi caso Brescia in B.

In quest’occasione, si festeggiano inoltre anche i 35 anni degli “Indomabili”, ragion per cui viene allestita una coreografia in Curva Nord in cui campeggia uno striscione con la scritta: “Dal 1990 Indomabili nella buona e nella cattiva sorte”. Due copricurva raffigurano il simbolo del gruppo e il numero 35, a celebrare i suoi anni di attività. Presenti anche i ragazzi di Grenoble e quelli di Latina.

Dopo il risultato dell’andata, il Foggia ha a disposizione due risultati su tre per mantenere la categoria. La partita è accesa e vibrante, con un tifo incessante da entrambe le curve, che raggiunge il culmine al meritato vantaggio della squadra di casa.

All’inizio del secondo tempo, la Curva Nord espone uno striscione per celebrare i 105 anni dalla nascita del Foggia Calcio. Il Messina cerca disperatamente il pareggio e, quando mancano appena otto minuti al termine, sbagliato clamorosamente un calcio di rigore. Lo Zaccheria esulta ed esplode in un boato come o più di un goal, momento di svolta che si respira su tutti gli spalti, che da lì in poi si trasformano in una bolgia infernale.

Al triplice fischio, scene di giubilo anche tra i calciatori per una salvezza raggiunta in extremis, mentre le due curve espongono diversi striscioni di protesta contro l’attuale società e contro quei calciatori che hanno manifestato l’intenzione di lasciare la città. Non c’è condivisione dunque, in questi momenti, raggiunto il risultato minimo richiesto, la preghiera è una sola: che se ne vadano via tutti e si ricominci da zero, con nuova voglia e ritrovato entusiasmo. Lo stesso che la tifoseria ha sempre dimostrato.

Pier Paolo Sacco