Dopo quasi due anni torno a Foggia con la consapevolezza di vedere una realtà ultras di lunga tradizione e comprovata qualità. La mia ultima partita allo “Zaccheria” fu un Foggia-Cerignola di Serie D terminata con il risultato di 2-1 e non di certo avara di spunti nemmeno sugli spalti.

Questa volta il palcoscenico calcistico è quello di una più degna Serie C, anche se è chiaro che una piazza come Foggia, segnata nel suo immaginario dagli anni d’oro di Zeman, tornato quest’anno sulla panchina dei rossoneri, miri prima o poi a rinverdire quei fasti.

Avversario odierno è il Virtus Francavilla e se non può rinfocolare gli animi in termini di blasone o di rivalità, a polarizzare gli interessi è la ricorrenza del ventennale del “Vecchio Regime”. A pochi istanti dall’inizio della partita, in Curva Nord viene calato un telone copricurva con al centro un pallone di cuoio fra una corona d’alloro e la scritta “Siam fatti così!”, riproposizione di una pezza con cui spesso s’accompagnano. A chiudere idealmente la coreografia, lo striscione in balaustra che recita: “Da sempre col coraggio di osare… in pectore Vecchio Regime 2001-2021” con tanto di torciata lungo tutto il perimetro del settore.

Anche la Sud propone una coreografia con una maglia del Foggia al cui centro si intravede un tifoso, Claudio, con il correlato striscione esposto poco dopo che esplica ulteriormente il senso di tutto: “Gli anni passano… il tuo ricordo è sempre vivo. Buon compleanno Claudio”.

Su sponda ospite la presenza avversaria si attesta intorno alla ventina di tifosi che data la soverchiante sproporzione numerica, puntano sul costante sventolio di alcune bandiere biancoblu per ritagliarsi il proprio angolo di visibilità almeno dal punto di vista cromatico.

Una bella partita condita da torce, cori potenti e battimani. Una partita che sul campo i rossoneri vincono di misura grazie al goal di Ferrante scalando ulteriori posizioni in zona playoff, la miglior risposta possibile per rilanciare le proprie ambizioni dopo i quattro punti di penalizzazione che avrebbero potuto mortificare la squadra ed invece l’hanno ulteriormente motivata.

Davide Gallo