Da quasi un mese è iniziata la fase nazionale della Coppa Italia d’Eccellenza riservata alle vincenti della Coppa Italia nelle rispettive regioni.
Oggi torno in uno stadio che in passato ho battuto parecchio, sia nelle categorie minori che in quelle di maggior prestigio. A tal proposito mi piace rammendare un piccolo ricordo legato alla mia prima volta all’Enzo Blasone, allora chiamato ancora Santo Pietro, dal nome del quartiere dove è ubicato.
Per coincidenza, era sempre una partita della fase nazionale della coppa Italia di Eccellenza 2002/03, ottavi di finale contro l’Urbino. Gli ultras dei Falchetti seguivano in gran numero in questi anni in cui partì la scalata verso le zone alte del calcio italiano il cui apice furono i play off per la promozione in Serie V, prima del declino fino al primo e persino ad un secondo fallimento.
Questa volta non mi aspetto né il pubblico di quei tempi e nemmeno un gruppo così numeroso come lo erano gli HOOLIGANS WARRIORS: troppe cose sono cambiate e la gente non ha ormai più un approccio così radicato con uno stadio. Indubbiamente l’economia e i vari diversivi del presente incidono e non poco, soprattutto sui giovani, ma fortunatamente c’è ancora chi si prende a cuore le sorti della squadra e di un gruppo ultras.
Arrivo presto a Foligno e dopo aver attraversato l’affascinante centro storico, mi reco subito allo stadio vergato da varie scritte sui muri oltre al grande murales per l’ultras scomparso Marco Bucciarelli, di cui la curva porta il nome.
Nel frattempo sopraggiunge un transit con lo stemma della Bagnolese Calcio sullo sportella, ma da Bagnolo in Piano, paese di poco più di diecimila abitanti a pochi chilometri da Reggio Emilia, non esiste movimento ultras e non c’è da attendersi oltre che amici e parenti dei giocatori.
Lo stadio è chiuso al pubblico ad eccezione della gradinata, vuoto anche il settore ospiti per cui immagino che quelli al seguito della Bagnolese si siano mischiati ai locali nella stessa tribuna di casa.
Gli ultras folignati sono circa una trentina e prendono posto nella parte centrale del settore dietro le pezze C.M.B., DIFFIDATI CON NOI e all’immancabile sezione di Bevagna. Presso la gradinata vengono affissi degli enormi striscioni a formare la storica frase: “VINCE COLUI CHE SOFFRE E DURA”.
Nel primo tempo nulla di eccezionale, anche perché sul rettangolo verde inaspettatamente gli ospiti segnano due gol in appena dieci minuti, facendo esultare quel manipolo di tifosi al seguito che, fino a quel momento non si erano per nulla notati, come avverrà poi successivamente.
Nonostante lo svantaggio i locali tifano abbastanza continuamente, seppur un tempo freddo e ventilato non aiuti, ma tutto sommato battimani e sventolio di un paio di bandiere non mancano.
Nel secondo tempo il Falco si butta in avanti alla ricerca del gol che possa accorciare le distanze e ridare speranze di qualificazioni, gli ultras percepiscono tale volontà e cercano di sostenere in maniera incisiva, pur con qualche inevitabile pausa.
Al sessantacinquesimo arriva il terzo gol della Bagnolese che smorza qualsiasi velleità di rimonta, ma non il tifo dei locali che registra solo qualche pausa in più ma non si ferma mai.
Terminata la partita, la larga sconfitta non influisce sull’umore degli ultras che incoraggiano la squadra accorsa sotto il settore per ringraziare dell’incitamento: d’altronde la squadra si trova solitaria in testa alla classifica e si appresta a ritornare in serie D, per cui resta una stagione comunque da applaudire.
Marco Gasparri