Dopo due anni torna finalmente a giocarsi la finale della coppa Italia di serie D, dopo le ultime due edizioni saltate causa pandemia. L’ultima vincitrice di questa bella competizione fu il Matelica del presidente Canil che nella finale di Latina del maggio 2019 sconfisse il Messina per 1-0. Questa volta a contendersi l’ambito trofeo sono due squadre del centro Italia, i toscani del Follonica Gavorrano ed i sardi della Torres, arrivati in finale sconfiggendo rispettivamente la Virtus Ciserano Bergamo e l’Audace Cerignola.

Il Follonica Gavorrano nato nel 2019 dalla fusione delle due realtà cittadine da cui prende il nome, disputa le proprie gare interne al “Malservisi – Matteini” di Gavorrano, la Torres di Sassari invece la conosciamo tutti per il suo passato in serie C1 e per la sua calda tifoseria, inoltre nel proprio palmares i sardi possono già vantare una coppa Italia Dilettanti vinta nel 1991-92 per 2-1 contro il Sora nella finale disputatasi allo stadio Flaminio di Roma davanti a seimila spettatori.

Sinceramente la scelta di giocare in infrasettimanale non è stata la decisone migliore ma è la logica conseguenza del campionato partito in ritardo. Ritardo che si protrarrà per la Torres con la disputa dei play off, avendo concluso terza in classifica nel girone G dietro la promossa Giugliano e il sorprendente Team Nuova Florida.

Teatro della manifestazione è il “Bruno Abbatini” di Genzano di Roma, ad una trentina di chilometri dalla Capitale, dove disputa le proprie gare interne la compagine del Cynthialbalonga. La struttura può ospitare circa 4.500 spettatori ed è molto raccolta ma non costituisce un problema perché il Follonica Gavorrano non ha una tifoseria organizzata ed i sassaresi, pur presentandosi in buon numero, non superano le trecento unità, numero che se non crea problemi di capienza è da considerarsi ragguardevole e degno di lode per una trasferta logisticamente complessa per loro.

La collocazione dei sassaresi purtroppo non è delle migliori: nel settore ospiti sotto un sole cocente e quasi anomalo per questa fine maggio/primi di giugno… e meno male che si gioca alle 17:30! Nell’altro lato della tribuna coperta prendono posto i tifosi toscani, ovviamente senza nessun ultras e l’esposizione di alcunché.

Prima che le squadre scendano in campo, gli ultras sardi si compattano dietro lo storico striscione della Nuova Guardia, gruppo in pista dall’ormai lontano 1989, scaldando le ugole con cori contro il Cagliari, rivale storica quest’anno retrocessa in serie B. I sassaresi sono un bel vedere ed hanno un bel mix tra giovani e vecchi, con quest’ultimi molto attivi e continui nel tifo. Sono inoltre molto coreografici quando sventolano le loro personali ed inconfondibili bandierine bianco-rosso-blu divenute ormai un vero e proprio marchio di fabbrica.

Quando l’arbitro fischia l’inizio della contesa innalzano forti e potenti cori accompagnati da manate per buona parte di gara. Dopo pochi minuti accendono anche una torcia e vivacizzano ancora di più il proprio settore ed è inutile dire che giocano praticamente in casa, poco conta se già al ventesimo la squadra va in svantaggio, loro continuano ad incitare i propri beniamini come se nulla fosse, venendo premiati al trentottesimo minuto con il pareggio siglato da Ruocco che fa letteralmente esplodere il settore.

Nella seconda frazione, nonostante il caldo non dia tregua, riprendono incuranti a tifare, sempre molto lineari, con una buona intensità corale e tanti battimani ad accompagnare i cori, con il colore sempre garantito dalle bandierine. Vanno nuovamente sotto al minuto 62 e pure questa volta non si danno per vinti, cercando d’incitare gli undici in campo a raggiungere il pareggio che purtroppo questa volta non arriverà. Calano leggermente verso la fine, ma solo nei minuti di recupero dove fanno registrare qualche piccola pausa ma va riconosciuto che non si sono risparmiati per niente, per di più sotto un caldo notevole.

I toscani, come detto, non hanno tifoseria per cui, a parte l’esultanza ai due gol, seguono la partita seduti e nient’altro. Al triplice fischio finale applausi per i giocatori da ambo le parti, poi si prosegue con le premiazioni di rito e per finire con l’alzata della Coppa Italia da parte del capitano del Follonica Gavorrano che festeggia subito dopo con il resto della squadra e dello staff toscano. Purtroppo ai sardi non riesce il bis, un’altra gioia che la propria impagabile tifoseria sicuramente meriterebbe anche solo per i tanti chilometri che macina ogni domenica per seguire la squadra fuori dall’Isola.

Marco Gasparri