Un derby (tra Forlì e Ravenna ci saranno sì e no 30 kilometri) che vale come una finale: in palio c’è il primo posto del girone D del campionato Dilettanti, e cascando questa partita nel weekend di riposo per i piani superiori, si capisce quanto sia attesa la sfida in quel lato di Romagna. La prova? I biglietti che in settimana sono letteralmente andati a ruba. 4mila, di cui circa 900 concessi agli ospiti. Tutto esaurito.

E che sia una giornata speciale a Forlì, lo si capisce fin dall’ora di pranzo: quando il Morgagni, comincia ad essere preso d’assalto dai tifosi. Ora, è meglio specificare subito: Forlì è certamente più famosa, sportivamente parlando, nel basket, mentre nel calcio casomai si suol dire che il tifo è per il Cesena, dato che una grossa fetta del tifo bianconero viene proprio dalla città di Aurelio Saffi 

Per questo, una risposta di pubblico così, è innanzitutto una sorpresa; specie per una squadra locale da secoli nel dilettantismo. E poi per uno stadio (cioè un velodromo con dentro un campo da calcio) che proprio non è il massimo, per una partita di pallone. Eppure, la risposta dei forlivesi è clamorosa: siamo in serie D, ma c’è davvero aria di professionismo. 

Tantissima gente, tantissimi giovani: la tribuna è strapiena, verrebbe quasi da azzardare in leggero overbooking. Le due tifoserie invece, sono posizionate in quelli che di solito vengono definiti “distinti”: un bel colpo d’occhio per entrambe, separate da un cordone di carabinieri. Sì: è serie D, lo ripetiamo, ma c’è un bel po’ di polizia a sorvegliare. Perché tra Forlì, dove tanti frequentano anche la Curva Mare, e Ravenna gemellata con gruppi della Curva Costa-Bulgarelli di Bologna, non c’è proprio un bel rapporto. 

Le schermaglie canore partono fin dall’inizio: si battaglia a tema Romagna. Entrambi rivendicano di essere quella vera. Il DJ lancia un remix della famosa canzone di Casadei, che aumenta ancor di più la diatriba. I ravennati fanno una bella coreografia dai colori giallorossi, ricordando lo status di capitale della loro Bisanzio (quest’anno la Curva Mero è letteralmente rinata: davvero una piacevole sorpresa, confermata anche al Morgagni). 

Anche il pubblico di casa risponde a dovere però: dietro uno striscione enorme dalla scritta “Forlì” si posiziona un bel manipolo di giovanissimi, per lo più vestiti di nero. Tanti cori, tanto movimento, tutto molto bello. Anche la tribuna partecipa allo spettacolo: coriandoli, bandiere biancorosse, e tanti bersagli vocali all’indirizzo dell’arbitro. Un manifesto vero e proprio del calcio popolare, col pubblico non passiva figurina, ma parte attiva. Se non proprio fondamentale. 

Sul campo poi viene fuori una bellissima partita, che regala i tre punti ai padroni di casa, e li lancia a più 5 sul Ravenna: al triplice fischio è festa completa, Forlì si conferma prima, il sogno di tornare tra i professionisti dopo otto anni d’assenza è più vivo che mai. Ravenna invece si  lecca le ferite: con la certezza comunque, di aver risvegliato la passione. La cosa più importante di tutte. 

Stefano Brunetti