La poule scudetto della Serie D è l’occasione per rivedere, a distanza di un mese, una delle mie tifoserie preferite, quella della Sambenedettese, di scena a Forlì. Sono altresì incuriosito dal pubblico di casa, in una piazza notoriamente più vicina alle vicende cestistiche, che sull’onda di un’annata trionfale ha moltiplicato il numero di presenze al “Morgagni”.
Prima dell’inizio ho il piacere di scambiare qualche parola con dei colleghi vicini alla società, commentando positivamente, la presenza di tanti giovani all’interno dello staff societario e facendomi raccontare la difficoltà di creare partecipazione, al di là dell’entusiasmo che si è creato attorno a una stagione molto positiva.
A tal proposito mi concedo un piccolo off-topic dalle vicende di tifo per raccontare brevemente il clima che si vive al “Morgagni” nel pre partita. Al di sotto della tribuna coperta vi sono servizi di ristorazione e store ufficiale, un dj mette musica fino all’inizio della gara e durante l’intervallo, la presenza dello speaker coinvolge il pubblico dei distinti nel sostegno alla squadra. Nulla di fantascientifico ma apprezzabile che si cerchi di creare coinvolgimento nonostante la piazza non particolarmente affezionata alla squadra di calcio e nonostante l’iniziativa non parta dal basso.
Per ciò che concerne l’impianto, il “Morgagni” è uno stadio con velodromo, composto da due tribune, la suddetta tribuna coperta, nel cui cuore si sviluppano gli uffici e gli spogliatoi, e la tribuna scoperta divisa in due da una doppia fila di vetrate, nella quale si posizionano tifoseria organizzata di casa a sinistra e settore ospiti dal lato opposto. La conformazione del velodromo e la presenza di numerose balaustre all’interno della tribuna scoperta non favoriscono la compattezza e l’aspetto scenografico delle tifoserie.
Tra le squadre romagnole legate a una città, Forlì (Rimini, Ravenna, Cesena le altre) è quella con meno tradizione e infatti, la tifoseria di casa conta, per la partita in corso, una cinquantina di unità, tutte compatte dietro alla pezza “Forlì Ultras”. Un bandierone e qualche bandiera biancorossa a completare l’attrezzatura. Nel settore si dispongono in maniera sparsa altre persone, evidentemente fuori dalle dinamiche di tifo che disturbano un po’ l’effetto visivo.
Gli ospiti, di contro, comprano in prevendita 450 biglietti circa e riempiono il settore ospiti ben prima dell’inizio della partita. Impossibile elencare le numerose pezze presenti, alcune appartenenti anche ai gruppi di “fan club”, riconosco però, ben visibile, quella con la scritta “Bandaraia”, parzialmente coperta da quella per i Diffidati. Una decina tra bandieroni e due aste colorano il settore di rossoblu.
Il tifo dei padroni di casa è per lo più indirizzato a beccare gli ospiti per il gemellaggio con Rimini e nel primo tempo, dopo ogni due cori di sostegno alla squadra, parte dalla curva del Forlì un “Riminese pezzo di m****”, gli ultras rossoblu si limitano a rispondere con un roboante battimani e intonando “Rimini” la prima volta, ignorando le successive provocazioni.
La sintesi sulla prova dei padroni di casa è nelle righe sopra, qualche coro preso dai classici del tifo italiano, aiutati da un tamburo e numerose imbeccate agli ospiti. In generale la scelta di cori è corretta perché, attingendo dai classici, si riesce a far partecipare tutti; quando invece, nel secondo tempo, si è cercato di mettere in campo qualcosa di più elaborato, l’esecuzione ha lasciato a desiderare. Va riconosciuto il merito che sono stati pochi i momenti di silenzio nella curva di casa.
Lato ospite si inizia subito con il classico “San Benedetto vuole vincere” tenuto per alcuni minuti e si continua intervallando cori secchi ad alcune esecuzioni con battimani, superiori rispetto alla mia precedente esperienza di questa stagione (con il Sora ndr). All’interno della prima frazione la prova canora si ferma solo a ridosso della fine ma per il resto, intensità e coinvolgimento restano immutati anche dopo i tre gol subiti. È impressionante muoversi sulla fascia opposta al settore ospiti (in bilico sul velodromo) e constatare come il tifo dei Samb arrivi uguale in ogni parte dello stadio, coprendo prepotentemente quello di casa man mano che ci si trova più vicini alla loro posizione.
Nella ripresa i toni sembrano più compassati, la partita non è mai veramente in pericolo, dopo la rete iniziale della Samb, il Forlì ribalta con tre gol e nel secondo tempo, nonostante gli sforzi, i rossoblu non riescono ad accorciare.
Nel settore ospiti inizia a sentirsi un po’ l’aria da ultimo giorno di scuola, tanto che attorno al settantesimo, il sostegno alla squadra viene momentaneamente abbandonato per dedicare qualche coro goliardico alla direttrice di gara, al fine di evitare speculazioni puntualizzo che non è stato nulla di offensivo.
Verso il termine della partita da segnalare una bella sciarpata che, vedendo la partecipazione di tutto il settore, risulta estremamente scenografica.
Al fischio finale la squadra intera si raduna sotto il settore a prendersi il coro che viene tributato al termine di ogni partita.
Nota di colore tra le due fazioni, parte della curva ospite esce e un’altra parte si affaccia dal punto più alto verso l’esterno. Da un insider in curva arriva voce di un gruppetto di una ventina ultras del Cesena venuti a “salutare” i Sambenedettesi, ma non si sono registrati contatti, né di fatto si è visto nulla dal campo.
Nicolò Semprini














