Dopo la finale di Coppa Italia tra Follonica Gavorrano-Torres di mercoledì, il giorno dopo ritrovo un’altra squadra sarda del girone G di serie D disputare un’importante partita. Questa volta la posta in palio è diversa, oggi è uno spareggio salvezza, chi perde retrocede direttamente e chi vince è costretto a prolungare ulteriormente il proprio campionato con la disputa del play out contro l’Atletico Uri, in casa di quest’ultimo meglio classificato alla fine della stagione regolare.
La partita in questione è Insieme Formia-Carbonia, squadre che hanno entrambe chiuso il proprio campionato appaiate a 29 punti con l’ultima giornata che ha regalato diverse emozioni. Il Carbonia infatti, vincendo in casa con la Vis Artena ha superato sia Latte Dolce che Lanusei perdenti ed appaiando appunto l’Insieme Formia che in casa dell’Ostia Mare rimedia un pareggio.
Oggi è un giovedì festivo per cui mi aspetto una bella presenza soprattutto dei formiani, data la logistica che per loro è molto più agevole rispetto ai sardi. Si gioca in provincia di Roma, all’“Ottavio Pierangeli” di Monterotondo Scalo. L’orario d’inizio della partita è fissato per le 15:30, c’è una canicola infernale e quando arrivo a Monterotondo, un’ora prima del fischio d’inizio, sul cruscotto della macchina leggo 38 gradi…
L’antistadio del “Pierangeli” ha un grosso parcheggio che per questa partita viene chiuso ed un blindato delle forze dell’ordine presidia la zona, dove gli ultras del Carbonia sono già arrivati e stazionano fuori l’entrata (unica per entrambe le tifoserie) bevendo e chiacchierando tra loro e persino con qualche ultras del Monterotondo Scalo, venuti a dar manforte ai sostenitori sardi. Messo piede nel rettangolo verde, li ritrovo al lato estremo della tribuna praticamente dalla parte opposta a dove sono entrati. Espongono stendardi e striscioni tra cui, appunto, la pezza degli ultras rossoblù, ULTRAS MONTEROTONDO SCALO mentre, dalla parte opposta, sono pochi i formiani presenti con la sola pezza GAZZARRA ULTRAS. Sinceramente in tanti anni di stadio e di partite ho visto varie volte i formiani e mi hanno sempre lasciato un piacevole ricordo, anche in categorie inferiori o per una semplice coppa Italia di Eccellenza e Promozione. Presenziando pure quando non potevano, come una volta a Torvajanica con lo stadio inagibile. Per questo mi sembra lampante che oggi abbiano avuto problemi, di che tipo non lo so, per cui lascio in sospeso qualsiasi forma di giudizio sulla partita odierna. Vedo solo 4-5 ultras che nel corso della gara non intonano cori di alcun genere esultando solo ai gol della propria squadra.
Così, al di là di ogni pronostico, sono gli ultras del Carbonia gli assoluti protagonisti sugli spalti e quando le squadre entrano in campo, espongono un lungo ed eloquente striscione che interessa anche la città stessa: “NELL’ISOLA PIÙ BELLA C’È UNA CITTÀ CON UNA BREVE MA GRANDE STORIA… CARBONIA È IL SUO NOME IMPRESSO NELLA MEMORIA!”.
Nel primo tempo gli ultras sardi si compattano subito ed offrono sicuramente una prestazione sopra le righe, degni di nota sono i battimani ad accompagnare i cori che effettuano per una buona parte di gara. Se loro hanno fornito una prestazione notevole, non si può dire lo stesso della squadra, che si impegna e lotta ma dopo appena nove minuti è già in svantaggio per 1-0, gol che però non sembra essere una scusante per gli ultras biancoblù, che anzi cercano d’incitare con maggiore intensità la squadra, sventolando inoltre una bandiera con su disegnata una scimmia riportata pure sulle sciarpe del gruppo CARBONIA ULTRAS.
Nel secondo tempo il caldo diventa insopportabile ma non per il lanciacori che, megafono alla mano, si fa in quattro per far tornare velocemente sugli spalti tutti i presenti, invitandoli a compattarsi al centro per continuare ad incitare nuovamente la squadra, che però anche questa volta va nuovamente sotto dopo pochi minuti. Con il punteggio ormai sul 2-0 e con le speranze di salvezza che con il passare del tempo si riducono sempre di più, sfido qualunque tifoseria a non rassegnarsi e far registrare delle pause, però loro ancora una volta, con grande spirito di sacrifico, continuano imperterriti a sostenere gli undici in campo di mister Suazo, vecchia conoscenza del calcio italiano rimasta sull’isola. Ai giocatori del Carbonia più che la tecnica va riconosciuta la voglia di non arrendersi all’idea di retrocedere direttamente, sembra quasi che recepiscano il messaggio lanciato dai propri sostenitori e quando mancano poco più di venticinque minuti alla fine, una magistrale punizione di Padurariu permette al Carbonia di accorciare le distanze. Gli ultras esultano sprigionando le ultime energie in corpo, cercando di aumentare l’intensità dei cori, sfruttando poi la bandiera ed una paio di bandierine per restituire anche un po’ di colore alla loro performance.
Anche in questa seconda frazione sono tantissimi i battimani e sul finale di gara agitano le sciarpe in aria, però tutto questo non basta e dopo sei minuti di recupero, l’arbitro fischia la fine delle ostilità condannando il Carbonia ad una mesta retrocessione nell’Eccellenza sarda.
I giocatori formiani vanno sotto il settore dei propri tifosi con i quali si applaudono vicendevolmente. Per loro manca ancora un’ultima partita per considerarsi veramente salvi, mentre dalla parte opposta, con grande dignità gli ultras, nonostante la retrocessione, applaudono ugualmente la squadra, anzi sono proprio loro a rincuorare gli undici in campo che, pur avendoci messo grande impegno, non sono riusciti a vincere.
Alla fine, quei pochi ultras formiani vanno ad elogiare ed applaudire gli ultras sardi che ovviamente ricambiano. Volevo vedere all’opera gli ultras del Carbonia e sono stato accontentato, per ben due volte, in momenti completamente agli antipodi tra loro, ad Aprilia presenti in tre solo per portare la pezza e garantire la presenza, qui a Monterotondo Scalo invece si è visto il gruppo in una partita decisiva e questo mi porta a trarre delle conclusioni sicuramente positive sul nostro bel movimento ultras da cui i formiani, visti in casa contro il Giugliano poco più di due settimane fa, non sono fuori da questo contesto. Deduco che in sessant’anni di movimento ultras tutte le tifoserie hanno avuto i loro alti e bassi, cicli positivi alternati a negativi, e queste due tifoserie viste in un breve lasso di tempo ne sono la prova lampante.
Marco Gasparri