La mia costante ricerca di partite, mi porta questa domenica di nuovo al PalaDozza di Bologna, il tempio del basket nella città delle Due Torri.
Arrivo di buon ora nei pressi del palazzetto di Piazza Azzarita ed è ormai un classico notare qualsiasi bar nei dintorni del palazzo, gremito da numerosi tifosi fortitudini.

Con circa 20 minuti di anticipo sull’orario d’inizio, faccio il mio ingresso, posizionandomi nella parte alta della tribuna stampa, a pochi metri di distanza dal settore ospiti.
Altra costante da rimacare ad ogni occasione: il tutto esaurito anche per questa uscita casalinga della Fortitudo: 5.570 i presenti.

Giusto il tempo di sistemare l’attrezzatura che inizia la prestazione canora della Fossa dei Leoni in Curva Schull, anche oggi il sesto uomo sul parquet del PalaDozza.
Come sempre rimango sorpreso in positivo dall’ascendente che ha la Fossa verso gli altri settori che riesce spesso a coinvolgere nel tifo: sia chiaro, succede soprattutto nei momenti “fermi” della partita quali time-out o pausa tra un quarto e l’altro, ma in quegli attimi, sentir rimbombare (e animato) tutto il palazzetto, è sempre una bella emozione.

Classico il repertorio vocale della Fossa, dai cori per la squadra ai giocatori singoli in campo, anche nei confronti di coach Boniciolli, il quale è omaggiato anche da uno striscione di sostegno, vista l’assenza odierna. Altri due striscioni sono dedicati a Maurizio Albertini (ex general manager dei biancoblu) e Lanfranco Malagoli (detto “Lungo”), lo storico speaker della Fortitudo a 20 anni dalla scomparsa: durante il timeout il palazzetto ascolta in religioso silenzio l’omaggio del figlio nei confronti di tutta la tifoseria, momento davvero toccante che viene concluso con la Fossa che intona “orgoglioso di essere fortitudino”.

A livello visivo sono presenti come sempre i due bandieroni nella parte bassa della curva, svariati due aste in ogni angolo del settore si unisono a tante bandierine e bella è anche la sciarpata che coinvolge tutta la Schull. Di grande impatto anche il “trenino” nell’ultimo quarto, con la quasi totalità della Curva che gira le spalle al campo, saltando per 2-3 minuti.

Svariati battimani durante tutto l’arco della partita, guidati positivamente dai tamburi. Encomiabile il “Forza Fortitudo alè alè”, mentre nel settore distinti il gruppo Unici si evidenzia per un paio di cori contro la tifoseria ospite e per lo sventolio di qualche tricolore.

Circa un centinaio i tifosi ferraresi nel settore ospiti: la trasferta verrà ricordata per la diatriba sul costo dei biglietti, che a pochi giorni di distanza ha rischiato di far saltare la trasferta ai gruppi organizzati del tifo estense, come comunicato dalla stessa Curva Nord Ferrara nei giorni precedenti. Dopo un accordo tra le due società, il gruppo è ritornato sui propri passi comunicando e confermando la presenza fortemente rimasta in bilico.

Per la prima volta m’imbatto nei tifosi estensi, il cui sostegno si raccoglie dietro lo striscione Curva Nord Ferrara e il drappo Nuove Leve. Partono bene grazie anche al momentaneo vantaggio della loro squadra, man mano che passano i minuti però il resto del settore preferisce assistere alla partita, senza dar manforte ai ragazzi che continuano col sostegno, seppur in poche unità. Non è un caso se in vari momenti sia del terzo che del quarto quarto, il settore rimane in silenzio, anche per via del largo passivo in campo.
Durante la partita sfoggiano qualche bandierone e qualche due aste, ad inizio partita si vede anche esposto lo striscione “SOLO PER LA MAGLIA”.

Al fischio finale è 83-66 per i padroni di casa, che confermano la seconda posizione in classifica del girone Est di Serie A2 con 26 punti, mentre Ferrara rimane fermo nelle zone medio-basse della classifica con 16 punti. Svariati insulti tra le due tifoserie per tutto l’arco della partita.

Francesco Passarelli