Seconda partita casalinga per la Fortitudo Bologna, valevole per la quarta giornata del campionato di basket di Serie A2. Casalinga solo sulla carta, visto che per la squalifica del propio palazzetto (a causa dell’invasione di campo dei tifosi durante la gara contro Trieste della scorsa stagione), la gara contro Orzinuovi si gioca, come la precedente, in quel di Rimini.

La partecipazione da sponda bolognese si attesta sempre oltre le 4.000 unità con buona presenza ultras dietro le sigle dei gruppi maggiori Fossa 1970 e Unici 1989. Ma anche chi è posizionato sulle tribune superiori dell’RDS Stadium partecipa attivamente ai cori e al sostegno della propria squadra, dimostrando un attaccamento molto forte, travalicando – come sempre dovrebbe essere – il confine fra ultras e semplici tifosi.

Da sponda ospite, la squadra di Orzinuovi è seguita da uno sparuto gruppetto di tifosi: senza nulla togliere alla loro passione, ovviamente il confronto sugli spalti è impari e impietoso, tant’è che avendo anche gli stessi colori sociali, ad un occhio distratto finiscono quasi per confondersi con i più navigati supporter bolognesi.

Già durante il riscaldamento, il tifo che proviene dai settori fortitudini è caloroso e colorato, con bandiere e due aste. Così come sugli spalti, anche sul parquet la partita non è mai in discussione, troppo forte la “F” che si porta in vantaggio fin dal primo quarto e amministra il punteggio, mentre i ragazzi della Fossa, quando decidono di alzare l’asticella del tifo, fanno letteralmente il vuoto e sono a dir poco sensazionali.

Vedere tutto il settore partecipare al tifo, manate e battimani è uno spettacolo, passa in secondo piano persino la partita in campo, specialmente sul coro “In giro per l’Italia, a spasso con te…”, a cui partecipano davvero tutti e l’eco mette i brividi. Come recita il drappo in tribuna superiore: “Le emozioni che mi dai sono uniche”.

Gli unici cori contro sono per la Virtus, mentre nel settore degli Unici, già si pensa alla prossima trasferta
contro Trieste dove troveranno un ambiente senza dubbio più ostile e al quale già si preparano mentalmente con qualche coro dedicato.

La gara finisce con un tripudio targato Fortitudo, bandiere sventolote ininterrottamente e manate ad ondeggiare a destra e sinistra rendono una semplice partita di basket uno spot anche a beneficio di chi questo sport lo segue solo di rado e marginalmente, come il sottoscritto. I giocatori della Fortitudo, giustamente, a fine partita vanno a salutare e ringraziare i propri tifosi per il sostegno offerto, così come fanno quelli della squadra ospite, nonostante la sconfitta. E adesso è finalmente e davvero l’ora di tornare a casa, in tutti i sensi, visto che la prossima gara interna tornerà finalmente a disputarsi fra le mura del PalaDozza.

Gilberto Poggi