Questa sfida del Paladozza l’avevo segnata nel mio calendario personale, non tanto per la sfida in campo ma per via di quello che offrono gli spalti, dove questa sera è prevista la coreografia per festeggiare i 50 anni della Fossa dei Leoni, il gruppo storico al seguito della Fortitudo.

Arrivo direttamente da Ferrara, dopo avere assistito a Spal-Hellas Verona, e nonostante l’orologio segni ancora le ore 19, all’esterno del palazzetto ci sono grosse file di quanti premono per entrare con largo anticipo per partecipare o assistere alla coreografia.

Intorno alle 19:20 il maxi schermo del Paladozza inizia le celebrazioni proiettando un video di circa 40 minuti in cui si ripercorrono, passo dopo passo, le varie fasi della storia della Fossa. In ordine si vedono: la prima balconata del Paladozza su cui si posizionò il gruppo nel lontano 1970; il primo drappo con impresso lo storico leone, datato 1979; il primo striscione del gruppo, esposto nel 1982. Il capitolo “1985 ora e per sempre” propone l’esposizione per la prima volta del classico striscione da trasferta, che viene portato ancora oggi; “1989 grandi come il nostro amore”, è l’anno del mitico bandierone copricurva con annesso lo striscione di casa che campeggia tutt’ora. La coreografia datata 1994, anno in cui la Fortitudo partecipò per la prima volta alle coppe europee, in cui venne alzato un copricurva con la F e le stelle della bandiera europea scoperte che lasciavano intravedere la curva. La coreografia successiva è quella più famosa tra i tifosi fortitudini, effettuata nel derby del 1999 in cui apparve sempre una lettera “scoperta”, che lasciava intravedere la parte sottostante in cui apparvero vari fondoschiena all’interno della V simbolo della Virtus che indignò lo stuolo di benpensanti già ai tempi abbastanza nutrito.

Arrivando alla storia recente, si ripercorrono anche momenti dolorosi come nel 2013, quando la Fossa seguì ugualmente le finali di Coppa Italia a Milano pur in assenza della loro squadra, fallita e radiata e sulla cui sorte intendevano appunto sensibilizzare con quella presenza simbolica. In quello stesso anno, la storia della F ripartì dal campionato di Serie B, col palazzetto pieno in diverse occasioni nonostante l’infima categoria.

Ultima atto riguarda la coreografia odierna: tutto il Paladozza alza le sciarpe mentre scendono gli ultimi bandieroni di una lunga serie e sotto la Curva Schull viene esposto un significativo: “2020, la storia continua”.

Il resto è mera cronaca della partita, l’entusiasmo è grande per tutti i 40 minuti dopo i quali la Fortitudo vince facilmente la sua partita, ma dopo la bella coreografia, è ridondante parlare oltre quanto già abbiano fatto le immagini e le emozioni di questa giornata.

Testo di Francesco Passarelli
Foto di Francesco Passarelli e Luigi Bisio


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